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Cornetti gelato: prova d’assaggio

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Siamo nell’epoca dei gelati artigianali, eppure quelli confezionati non perdono un colpo. Soprattutto d’estate, soprattutto sulle spiagge e soprattutto i grandi classici.

Sono lì da decenni, immutati, e rinnovano ogni stagione il loro successo. A esser sinceri, non conosciamo tanti prodotti da grande distribuzione che possano vantare qualcosa di simile.

E se di grandi classici parliamo, il re dei gelati estivi di sempre è lui, signore e signori: il cornetto.

Semplice, tendenzialmente panna e cioccolato, sono poche le varianti di gusto che hanno davvero conquistato il cuore del grande pubblico. Qualcuna la trovate qui, insieme ai più celebri tra i cornetti tradizionali.

Per la Prova d’assaggio di Dissapore abbiamo selezionato sette cornetti gelato tra i più diffusi nei supermercati.

CONTENDENTI

Cornetto Classico – Algida
Cono panna cioccolato – Carrefour
Maxicono black & white – Motta
Mini vortici – Antica gelateria del corso
Cono cioccolato e nocciola – Milka
Cinque Stelle Croccantino – Sammontana
Cono alla panna – Esselunga

CRITERI DI GIUDIZIO

cornetti gelati

Aspetto visivo
Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando i cornetti appena tirati fuori dal congelatore.

#7 Cono panna cioccolato – Carrefour (E)

Cono panna cioccolato CarrefourCono panna cioccolato Carrefour

Giudizio: un cornetto che non ci ha convinto, che abbiamo trovato eccessivamente dolce e con una cialda che avremmo voluto più consistente.
Packaging: semplice, non particolarmente invitante. L’immagine del prodotto corrisponde in modo soddisfacente alla realtà.
Ingredienti: 34 % di gelato alla panna e 34 % al cioccolato. Contiene emulsionanti, addensanti e olio di palma.
Analisi gustativa: la panna ci sembra troppo vanigliata, anche se non troviamo traccia di vaniglia negli ingredienti se non un generico “aromi”. La cialda è l’elemento che ha penalizzato maggiormente il prodotto: ci è parsa la peggiore tra i contendenti, poco croccante e un po’ gommosa.
Prezzo: 2,99 €
In breve: più biscotto, meno zucchero

VOTO: 5

#6 Cinque Stelle Croccantino – Sammontana (G)

Cinque Stelle Croccantino SammontanaCinque Stelle Croccantino Sammontana

Giudizio: ok, che fosse dolce potevamo anche immaginarcelo. Ma personalmente abbiamo fatto fatica a finirlo.
Packaging: classico, riconoscibile, indubbiamente accattivante. L’immagine del prodotto è più innaturale rispetto a quella di altri contendenti.
Ingredienti: troviamo la lista degli ingredienti un po’ disordinata, e non riusciamo chiaramente a distinguere gli ingredienti del gelato alla vaniglia. Contiene stabilizzanti, coloranti e aromi.
Analisi gustativa: il gusto del caramello è preponderante e persistente e rende questo cornetto uno dei più dolci al palato.
Prezzo: 3,29 €
In breve: caramello o croccantino?

VOTO: 5 ½

#5 Maxicono black & white – Motta (F)

Maxicono black & white MottaMaxicono black & white Motta

Giudizio: un gelato che fa parte di una famiglia di prodotti che, in generale, troviamo molto gustosi (vogliamo parlare del Maxibon?), ma che in realtà non ci ha conquistato. Da notare che è uno dei cornetti più pesanti fra i contendenti (81 gr), con però un apporto calorico singolo inferiore agli altri (211 kcal per cornetto).
Packaging: strizza l’occhio ai giovani, con una grafica molto colorata dove tutte le informazioni sono urlate.
Ingredienti: il secondo ingrediente, dopo il latte, è l’acqua. Contiene addensanti e aromi.
Analisi gustativa: la crema ha un netto sapore zuccherino, ma nel complesso ha un gusto un po’ deludente. Anche la cialda, a maglie larghe, ce la saremmo aspettata decisamente più spessa e croccante.
Prezzo: 3,49 €
In breve: Troppo fumo e poco arrosto

VOTO: 6

#4 Cono cioccolato e nocciola – Milka (C)

Cono cioccolato e nocciola Cono cioccolato e nocciola Milka

Giudizio: sicuramente è l’outsider dei contendenti. Un cornetto diverso dal solito, decisamente per golosi. Noi l’abbiamo trovato un po’ troppo dolce e impegnativo da finire, ma era quello che ci aspettavamo. È il cornetto più calorico tra i contendenti (347 kcal/gr).
Packaging: il viola di Milka predomina sulla confezione, che propone un’immagine del cornetto che quasi non rende giustizia alla realtà.
Ingredienti: la parola latte ricorre un’innumerevole quantità di volte nella lista degli ingredienti (latte scremato, cioccolato al latte, siero di latte in polvere, grasso del latte…). Contiene olio di palma, emulsionanti e stabilizzanti.
Analisi gustativa: la crema è un po’ ariosa e risulta poco consistente all’assaggio, quasi fosse una mousse. Onestamente, abbiamo faticato a percepire la differenza fra i due gusti del gelato. Per veri golosi (ma personalmente è un elemento quasi eccessivo) il disco di cioccolato al latte che ricopre la cima del cornetto e che continua sotto forma di bastoncino lungo tutta la cialda.
Prezzo: 4,49 €
In breve: Tanto, forse troppo

VOTO: 6 ½

#3 Cornetto Classico – Algida (B)

Cornetto Classico AlgidaCornetto Classico Algida

Giudizio: Non è un caso se è il cornetto per antonomasia. È un prodotto ben riuscito, piacevole, goloso al punto giusto. Ha la certificazione green di Rainforest Alliance anche se, un po’ in controsenso, è l’unico tra i contendenti a non dare le indicazioni per lo smaltimento dei rifiuti.
Packaging: classico, semplice e proprio per questo efficace.
-Ingredienti: oltre al latte, contiene burro e panna. Sono presenti olio di palma, emulsionanti, addensanti e aromi naturali.
Analisi gustativa: è netto all’assaggio il gusto del latte, che lascia sul palato un retrogusto un po’ grasso (poi spiegato con la presenza del burro tra gli ingredienti). Il sapore è comunque piacevole e gustoso. Avremmo apprezzato una cialda un po’ più spessa.
Prezzo: 3,69 €
In breve: E ancora un’altra estate arriverà…

VOTO: 7 +

#2 Cono alla panna – Esselunga (A)

Cono alla panna EsselungaCono alla panna Esselunga

Giudizio: un cornetto semplice, dal gusto equilibrato. Esattamente quello che ci aspettiamo da un cornetto, niente di più, niente di meno.
Packaging: Si potrebbe fare molto meglio.
Ingredienti: I primi due ingredienti sono latte scremato e panna fresca pastorizzata. Contiene coloranti, aromi, addensanti e emulsionanti.
Analisi gustativa: il gusto del latte è predominante, ma un giusto bilanciamento della dolcezza rende il sapore equilibrato e poco invadente. La cialda ha il giusto spessore.
Prezzo: 2,49 €
In breve: Less is more

VOTO: 7 ½

#1 Mini vortici – Antica gelateria del corso (D)

Mini vortici Antica gelateria del corsoMini vortici Antica gelateria del corso

Giudizio: Chiariamo subito che sono disponibili anche nel formato normale (non solo “mini), ma evidentemente i Vortici sono andati a ruba. E capiamo il perché: un gelato che aggiunge qualcosa al cornetto, rendendolo un dessert perfetto.
Packaging: forse sarebbe ora di ripensare il logo?
Ingredienti: il primo ingrediente è l’acqua (per gli altri contendenti era il latte). Contiene addensanti, emulsionanti, aromi naturali e amido modificato.
Analisi gustativa: la crema al cioccolato ha una consistenza spumosa, mentre quella alla panna è più simile al classico gelato. Il sapore complessivo è molto gradevole, e un punteggio extra va dato alla cialda, che risulta la più spessa e croccante fra i contendenti.
Prezzo: 3,29 €
In breve: Se i gorgheggi di Skin non vi hanno convinto, ci proviamo noi.

VOTO: 8

COS’ABBIAMO IMPARATO

cornetti gelati, tutti i prodotti

Le carte sono scoperte: se cercate un prodotto completamente genuino andate altrove. La lista degli ingredienti di tutti i contendenti presenta a turno coloranti, additivi, aromi eccetera eccetera eccetera.

Per non parlare di zuccheri e calorie.

Insomma, siamo anni luce lontani dalla merenda ideale che ci piacerebbe fare. Però non c’è niente da fare, il gelato confezionato è uno sfizio che riesce a tentare anche il più integerrimo dei salutisti. Perché in vacanza, si sa, le regole non esistono.

Metterli in classifica non è stato facile, noi ci abbiamo provato.

E ora scusate, ma abbiamo un attacco iperglicemico.


Succhi di frutta d’alta gamma: prova d’assaggio

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La grande distribuzione, ormai, l’ha capito bene: esiste un’ampia fetta di consumatori alla ricerca di prodotti d’alta gamma.

Biologici, sani, possibilmente lontani dalle multinazionali. Di conseguenza, le catene dei supermercati hanno scelto di ampliare i loro fornitori, pescando nelle aziende piccole o medie.

È così per i succhi di frutta, ad esempio: chi decide di non acquistare più le gigantesche confezioni in tetrapak che a volte (non sempre, ovviamente, ci sono tanti virtuosi) contengono percentuali infinitesimali di frutta, ha oggi a disposizione moltissimi succhi d’alta gamma, che si presentano per lo più in piccole bottiglie di vetro e tendono ad avere il minor numero di ingredienti possibile.

Abbiamo deciso di capire se una differenza c’è davvero, testando la fascia medio alta dei succhi di frutta.

Per metterli a confronto nella maniera più corretta era importante scegliere un solo gusto. Abbiamo scelto un frutto dalle mille proprietà benefiche: il mirtillo.

Antiossidante, diuretico, benefico per la vista, il mirtillo è una meraviglia naturale. Così, alla fine di questa prova, ci siamo sentiti un po’ più sani.

Per la Prova d’assaggio di Dissapore abbiamo selezionato nove succhi di frutta d’alta gamma al gusto mirtillo.

CONTENDENTI

Succo e polpa di mirtilli – Az. Agricola Radici
Mirtillo biologico – Piccoli Frutti della Val Sangone
Mirtillo & co. – TVB
Mirtillo – Nettare Anita
Nettare di Mirtillo selvatico – Frutti da Bere
Mirtilli Neri selvatici – Zuegg
Succo Mio – Achillea
Succo di mirtilli selvatici – Luca Dalpian
Frullato di mirtilli con mele – Il frutto permesso

CRITERI DI GIUDIZIO

succhi mirtillo

Aspetto visivo
Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando i succhi di frutta a temperatura ambiente.

#9 Mirtilli Neri selvatici – Zuegg (F)

Mirtilli Neri selvatici Zuegg

Mirtilli Neri selvatici Zuegg ingredienti

Giudizio: più che un succo di frutta, assomiglia a una bevanda. Cosa che, a nostro parere, non è positiva.
Packaging: la bottiglietta è venduta in confezione da sei. L’etichetta è chiara, colorata e dà ampio risalto alle immagini dei frutti.
Ingredienti: la percentuale di mirtilli è la più bassa fra i contendenti (40%). Contiene acqua (primo ingrediente), zucchero e succo di limone.
Analisi gustativa: abbiamo trovato il gusto del mirtillo davvero troppo nascosto per una bevanda in cui la frutta dovrebbe essere l’ingrediente principale. Fra i contendenti, è quello dal gusto più dolce.
Prezzo: 5,19 € /lt
In breve: Davide batte Golia e si mangia pure tutto il suo cestino di mirtilli

VOTO: 5

#8 Nettare di Mirtillo selvatico – Frutti da Bere (D)

ettare di Mirtillo selvatico Frutti da Bere

Nettare di Mirtillo selvatico

Giudizio: un prodotto da cui ci aspettavamo di più. Senza zuccheri, dalla giusta densità, non ci ha però convinto nel gusto.
Packaging: la grafica dell’etichetta è promossa. Anche le informazioni in evidenza sono corrette, con il giusto spazio alla mancanza di zuccheri aggiunti e alla quantità di bacche di mirtillo contenute nel prodotto.
Ingredienti: solo mirtilli (65%) e acqua. La percentuale di frutta non è tra le più basse, ma manca qualche altro ingrediente a rinforzare il gusto.
Analisi gustativa: all’assaggio l’abbiamo trovato troppo poco saporito, e abbiamo avuto l’immediata percezione della presenza dell’acqua negli ingredienti.
Prezzo: 9,95 € /lt
In breve: i mirtilli si sono persi in un bicchier d’acqua.

VOTO: 6-

#7 Mirtillo biologico – Piccoli Frutti della Val Sangone (I)

Mirtillo biologico Piccoli Frutti della Val Sangone (

Mirtillo biologico Piccoli Frutti della Val Sangone

Giudizio: un succo che non dà grande spazio alla frutta, motivo per cui – probabilmente – ha un colore molto chiaro che non fa immediatamente pensare al mirtillo.
Packaging: la grafica è adatta a un prodotto artigianale, ma è poco accattivante.
Ingredienti: una percentuale di frutta tra le più basse tra i contendenti (55%). C’è l’aggiunta di acqua e di zucchero di canna (biologico).
Analisi gustativa: in bocca lo troviamo un po’ granuloso, con qualche residuo di troppo. Abbiamo fatto più fatica che in altri casi a trovare il gusto di mirtillo.
Prezzo: 12 € /lt
In breve: Biologico sì, ma pochino.

VOTO: 6

#6 Mirtillo – Nettare Anita (H)

Mirtillo Nettare Anita

Mirtillo Nettare Anita

Giudizio: un succo buono, anche se ci aspettavamo qualcosa di più da quello che all’apparenza è il prodotto più artigianale e casalingo tra tutti i contendenti.
Packaging: forse è davvero stato un bambino delle elementari a disegnarla su un foglio a quadretti.
Ingredienti: la percentuale di mirtilli è alta (70%), con aggiunta di acqua e zucchero.
Analisi gustativa: un succo dal sapore equilibrato, anche se non regala grandi emozioni. La presenza di zucchero lo addolcisce nella giusta misura, senza renderlo stucchevole. L’acqua, inevitabilmente, attenua molto il gusto della frutta.
Prezzo: 9 € /lt
In breve: Rimandati a settembre.

VOTO: 6 +

#5 Mirtillo & co. – TVB (G)

Mirtillo e co TVB

Mirtillo e co TVB

Giudizio: Un prodotto molto buono, anche se più che un succo è una purea di frutta. Mista.
Packaging: Il logo e la grafica in generale non ci convincono. Però l’etichetta è ricca di informazioni interessanti, come il dettaglio sulle diverse percentuali di frutta contenute.
Ingredienti: 100% frutta; con mele, banane, mirtilli, uva, lamponi.
Analisi gustativa: il sapore è decisamente piacevole, ma è quasi impossibile distinguere il gusto dei mirtilli, coperto soprattutto da mela e banana.
Prezzo: 9,90 € /lt
In breve: Il resto della compagnia ha chiaramente sottratto al mirtillo il controllo della situazione.

VOTO: 6 +

#4 Frullato di mirtilli con mele – Il frutto permesso (C)

Frullato di mirtilli con mele Il frutto permesso

Frullato di mirtilli con mele Il frutto permesso

Giudizio: Un succo che già al naso dà sensazioni positive, con un profumo molto intenso di frutta. In generale, un prodotto che ci sentiamo di promuovere, anche se il colorito è un po’ troppo rosso per ricordare immediatamente il mirtillo.
Packaging: Non ci siamo. Se è un frullato di mirtilli con mele, perché il logo è una mela?
Ingredienti: 70 % mirtilli, 30 % mele.
Analisi gustativa: Un succo dal gusto piacevole, in cui l’utilizzo delle mele è un buon correttore dell’asprezza del mirtillo. L’unico problema è che il gusto del mirtillo risulta un po’ coperto.
Prezzo: 10,50 € /lt
In breve: Il pomo della discordia.

VOTO: 7

#3 Succo Mio – Achillea (E)

Succo Mio Achillea

Succo Mio Achillea

Giudizio: Ci ha messo in crisi, il succo di Achillea. La percentuale di mirtillo, rispetto ai contendenti, è bassa (40%). Eppure, è un succo corposo, molto profumato e soprattutto con un sapore buono, segno che evidentemente è stata trovata la giusta combinazione di ingredienti.
Packaging: La grafica è accattivante. La scritta “con mirtillo” è al contempo penalizzante e corretta, vista la quantità non altissima del frutto presente.
Ingredienti: Oltre al mirtillo, c’è succo di mela, acqua e succo di limone.
Analisi gustativa: L’elevata densità del succo riempie la bocca senza però impastarla. Il sapore è decisamente equilibrato, per nulla aspro e con un retrogusto di mela che addolcisce la bocca senza essere prepotente.
Prezzo: 9,95 € /lt
In breve: L’amore non sempre richiede spiegazioni.

VOTO: 7 ½

#2 Succo e polpa di mirtilli – Az. Agricola Radici (A)

Succo e polpa di mirtilli Az Agricola Radici

Succo e polpa di mirtilli Az Agricola Radici

Giudizio: Un prodotto che si distingue nettamente dagli altri contendenti. Molto più liquido, nell’aspetto e nel colore ricorda il vino rosso (una volta versato ha lasciato perfino qualche bollicina). Ipotizziamo che in questo la presenza di succo d’uva c’entri qualcosa. Forse è lontano dall’idea di succo di frutta che avevamo, ma il risultato ci ha soddisfatto.
Packaging: Un’etichetta dal gusto retro che è adatta a un prodotto artigianale. Bocciato il tappo a corona, che ricorda più una passata di pomodoro che un succo di frutta.
Ingredienti: Presenti, oltre al mirtillo, succo d’uva, acqua e succo di limone.
Analisi gustativa: Il gusto è molto piacevole, con un ottimo bilanciamento tra lo zuccherino del succo d’uva e l’acidulo del limone. Il tutto senza coprire troppo il sapore del mirtillo.
Prezzo: 20,80 € /lt
In breve: Un bicchiere di vino alcol-free.

VOTO: 8 +

#1 Succo di mirtilli selvatici – Luca Dalpian (B)

Succo di mirtilli selvatici Luca Dalpian

Succo di mirtilli selvatici Luca Dalpian

Giudizio: Esattamente quel che ci aspettiamo da un succo di mirtilli: che sappia di mirtilli. Che sia denso e corposo, perché contiene tanta polpa. Che sia buono, anche se un po’ aspro, perché non tutta la frutta è dolce, e chi cerca un frutto dolce forse non sceglie i mirtilli.
Packaging: La grafica non è particolarmente moderna, ma l’etichetta dà il giusto peso a tutte le informazioni, con l’immagine dei mirtilli ben in evidenza.
Ingredienti: (Finalmente) 100% mirtilli.
Analisi gustativa: Un sapore molto persistente, importante, pieno. Leggermente aspro, avrebbe forse bisogno di essere lievemente bilanciato. Certamente il mirtillo è protagonista indiscusso.
Prezzo: 23,50 € /lt
In breve: Mirtillo super star.

VOTO: 9 ½

COSA ABBIAMO IMPARATO

succhi frutta mirtillo

Non è un caso che tutti i succhi di frutta (o quasi) siano stati promossi, in questa prova d’assaggio. Parliamo in generale di prodotti buoni, gustosi e tendenzialmente sani, con alte o altissime percentuali di frutta.

Al di là delle proprietà benefiche, abbiamo scelto il mirtillo proprio per mettere alla prova i contendenti: non è un frutto facile, non piace a tutti, tende a essere aspro. Facile fare buono un succo alla pera, meno semplice riuscirci con i mirtilli. Eppure, i contendenti se la sono cavata bene.

A volte però (bisogna dirlo) la frutta è contenuta in questi prodotti d’alta gamma nelle stesse quantità che si trovano nei prodotti delle multinazionali.

Quindi?

Quindi in alcuni casi siamo certi che valga la pena spendere un po’ di più per avere un prodotto migliore, in altri la nostra fede nel bio, sano e buono ha vacillato un po’.

In generale, siamo usciti soddisfatti da questa prova d’assaggio. Con le labbra un po’ blu, ma soddisfatti.

Formaggini: Prova d’assaggio

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Se i formaggini evocano in noi ricordi d’infanzia, è perché da qualche generazione stuoli di mamme più o meno salutiste li inseriscono nell’alimentazione dei propri figli.

Ognuno ha una marca del cuore, ma pochi sono esclusi da questo ricordo: in maniera indubbiamente meno poetica delle madeleine di proustiana memoria, la nostra ricerca del tempo perduto passa anche attraverso la minestra con il formaggino.

E per fortuna, rispetto a trent’anni fa, anche nei triangolini di formaggio per i quali i bambini generalmente impazziscono, qualcosa è cambiato, in meglio.

I polifosfati, innanzitutto, che sono stati l’olio di palma degli anni Ottanta. Prima erano più o meno ovunque. Poi si è largamente diffusa la notizia di quanto riducano l’assorbimento di calcio, vanificando le proprietà nutritive migliori del formaggio.

La maggior parte delle aziende sono corse ai ripari, togliendo –chi prima, chi dopo– i polifosfati dagli ingredienti.

Qualcuno (sigh) ha evidentemente deciso di fare spallucce, lasciando i polifosfati lì dove erano. Ecco svelato chi, nella nostra prova d’assaggio settimanale.

Per la Prova d’assaggio di Dissapore abbiamo selezionato dieci marche di formaggini tra le più diffuse nei supermercati italiani.

CONTENDENTI

formaggini

Mio
Crema Bel Paese
Crema Bel Paese – Gli stracremosi
Parmareggio
Susanna
Nonno Nanni
Tigre
Granarolo
Coop
Milbona

CRITERI DI GIUDIZIO

Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca.

#10 Milbona

milbona

milbona etichetta

Giudizio: nonostante l’analisi gustativa non sia andata male, la lista degli ingredienti è a parer nostro troppo lunga per assicurare a questo prodotto un voto più alto.
Packaging: essenziale, forse un tantino troppo. Suggeriremmo una grafica più moderna. La confezione è formato risparmio (24 formaggini.
Ingredienti: la lista ingredienti è la più lunga fra i contendenti e questo non è una nota positiva, soprattutto considerato che parliamo di un prodotto destinato prevalentemente ai più piccoli. Contiene carragenina, gomma di xanthan e polifosfati.
Analisi gustativa: il sapore è equilibrato, è un formaggino che riesce ad avere carattere senza avere un gusto troppo prepotente.
Prezzo: 6,23 €/Kg
In Breve: Siamo ancora negli anni Ottanta?

VOTO: 3 ½

#9 Susanna

formaggino sussanna

Giudizio: il colorito più tendente al giallo rispetto agli altri contendenti fa immaginare una differenza nella tipologia di formaggio usato. È il meno calorico tra i contendenti.
Packaging: l’immagine è adatta a un prodotto per bambini, ed è carina l’idea di personalizzare ciascuno spicchio (i soggetti ritratti sono diversi).
Ingredienti: è indicato un generico “formaggio” come ingrediente principale. Contiene polifosfati.
Analisi gustativa: all’assaggio questo formaggino ha un sapore un po’ troppo neutro, che non ci entusiasma. In effetti è del tutto simile a quello delle sottilette, come suggerisce il logo.
Prezzo: 11,79 € /kg
In Breve: Una sottiletta formato triangolino

VOTO: 4

#8 Crema Bel Paese – Gli stracremosi

crema bel paesecrema bel paese, etichetta

Giudizio: un prodotto da cui ci aspettavamo molto di più. Non notiamo diversità (né gustative né nella lista ingredienti) rispetto agli altri formaggini Bel Paese in competizione, quindi non ci spieghiamo molto la differenza di prezzo e di presentazione.
Packaging: la grafica è la stessa di sempre. La forma rotonda lo differenzia dagli altri contendenti. La confezione da due non è molto pratica.
Ingredienti: nella lista compare un generico “formaggi”, contiene polifosfati di sodio.
Analisi gustativa: La consistenza è interessante, molto meno lo è il gusto, che ci sembra un po’ spento.
Prezzo: 8,04 €/kg
In breve: Perché questi sono “stracremosi” e gli altri no?

VOTO: 4 +

#7 Crema Bel Paese

crema bel paesecrema bel paese etichetta

Giudizio: Idem come sopra (a parte il prezzo particolarmente competitivo).
Packaging: La scelta di Masha e Orso è indubbiamente vincente: i bambini mangerebbero anche i broccoli lessi, se fossero a forma del loro cartone animato preferito. Nelle informazioni è in evidenza che si tratta del “formaggino più scelto dalle famiglie italiane”.
Ingredienti: Idem come sopra (polifosfati compresi).
Analisi gustativa: Idem come sopra.
Prezzo: 5,09 €/kg
In breve: La differenza è solo Masha e Orso?

VOTO: 4 ½

(un quarto di punto in più degli altri perché non promettono la stracremosità e costano meno)

#6 Granarolo

granarolo formaggini

Giudizio: Un formaggino dal gusto importante, forse più adatto a essere mescolato alla minestrina.
Packaging: Ci piace molto: è colorato, divertente, moderno.
Ingredienti: Si parte anche in questo caso da un generico “formaggio”. Lo stabilizzante è la carragenina.
Analisi gustativa: All’assaggio ha un gusto che troviamo un po’ invadente, con una nota acidula troppo preminente. Si riconosce il sapore del parmigiano.
Prezzo: 8,50 € / kg
In breve: Avremmo preferito un gusto un po’ meno deciso

VOTO: 6 –

#5 Coop

coop formaggino

Giudizio: un formaggino con un colore decisamente tendente al bianco e con una consistenza molto compatta. Il gusto è equilibrato e non troppo invadente.
Packaging: essenziale.
Ingredienti: il primo ingrediente è il latte (40%). Anche qui viene poi indicato un generico “formaggio”, ma almeno viene definita la percentuale (35%).
Analisi gustativa: all’assaggio risulta molto neutro (probabilmente perché il primo ingrediente è il latte e non il formaggio). La consistenza compatta lo rende leggermente pastoso in bocca.
Prezzo: 7,14 € / kg
In breve: Un formaggino leggero

VOTO: 6+

#4 Tigre

formaggini tigreformaggini tigre, etichetta

Giudizio: un formaggino che si distingue decisamente da tutti gli altri contendenti, per gusto e consistenza (è molto compatto e poco cremoso). È anche il prodotto con il maggiore apporto di calcio.
Packaging: una grafica un po’ vintage, molto riconoscibile.
Ingredienti: si parla genericamente di formaggio svizzero (51%), in cui è però specificato un 10% di Emmentaler.
Analisi gustativa: un sapore deciso, in cui si distingue chiaramente l’Emmentaler. Non ci dispiace affatto.
Prezzo: 11,36 € /kg
In breve: Dalla Svizzera col furore della tigre

VOTO: 6 ½

#3 Mio

formaggini mio

Giudizio: siamo partiti un tantino prevenuti, lo ammettiamo. Invece l’assaggio alla cieca ci ha convinto, così come la lista ingredienti.
Packaging: si distingue dagli altri per la forma rettangolare. Questo rafforza ulteriormente un’identità già dominante nel panorama dei formaggini.
Ingredienti: non si parla più genericamente di “formaggio” ma di Parmigiano Reggiano Dop (16,9%).
Analisi gustativa: in bocca risulta molto pastoso e dal gusto decisamente persistente. È netto il sapore del Parmigiano Reggiano, che conferisce sicuramente carattere al prodotto.
Prezzo: 7,92 € / kg
In breve: Non solo marketing

VOTO: 7 +

#2 Parmareggio

parmareggio formaggini

Giudizio: un formaggino molto gustoso, in cui spicca in modo netto il Parmigiano Reggiano.
Packaging: la grafica è allegra, anche se non tutte le mamme amano i topolini.
Ingredienti: contiene il 25 % di Parmigiano Reggiano Dop. L’addensante usato è la carragenina.
Analisi gustativa: all’assaggio ha un sapore pieno e importante, con un gusto deciso di Parmigiano che lo distingue dalla maggior parte degli altri contendenti.
Prezzo: 8,36 € / kg
In breve: Parmigiano uber alles

VOTO: 7 ½

#1 Nonno Nanni

formaggini nonno nanninono nanni etichetta

Giudizio: se a nostro parere vince sugli altri contendenti, è proprio perché è contraddistinto da un sapore più delicato.
Packaging: la grafica è semplice, in qualche modo familiare.
Ingredienti: il formaggio usato è lo stracchino (30 %).
Analisi gustativa: un sapore rotondo, lievemente burroso, che ci lascia soddisfatti senza invadere la bocca.
Prezzo: 13,90 € / kg
In breve: I nonni vincono sempre

VOTO: 8

COSA ABBIAMO IMPARATO

tutti formaggini

Diciamo che, passata l’infanzia, ai formaggini generalmente si preferiscono altri prodotti caseari. Sarà per la consistenza pastosa, sarà per il sapore generalmente sapido e deciso, parliamo di un prodotto che fa impazzire i bambini e che riporta gli adulti indietro negli anni.

Sono molte le mamme che preferiscono evitare i prodotti confezionati. Ma la vita richiede spesso praticità, e quello che si può fare è cercare alimenti con una lista ingredienti più corta e convincente possibile.

Per questo, ad esempio, non abbiamo dato la sufficienza a nessun formaggino che contenesse polifosfati. Anzi, a dire la verità, pensavamo di non trovarne proprio da nessuna parte, di polifosfati. E invece, anche qualche insospettabile ci ha stupiti. Come lo ha fatto (ma in positivo) il contendente più mainstream di tutta la prova, a dimostrazione che i pregiudizi è meglio lasciarli fuori dal carrello della spesa.

Ragù pronti: prova d’assaggio

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Ci siamo immaginati la scena. Cinquant’anni fa, una cucina di famiglia, una delle nostre nonne con il grembiule intorno alla vita. E qualcuno che comunica che nel futuro il ragù sarà venduto direttamente in un barattolo.

Ecco, il dubbio è solo se proseguire la scena con una risata incredula, con qualche improperio o con un plateale svenimento. Diciamo che ciascuno può scegliere il finale e abbinarlo alla propria nonna.

In generale, l’utilizzo dei sughi pronti è una relativa novità, connaturata ai ritmi della vita moderna: sempre meno casalinghe significa generalmente sempre meno preparazioni casalinghe.

Ed è tendenzialmente un peccato, perché basta poco tempo e poco sforzo per preparare una conserva fatta in casa. Ma tant’è, noi siamo qui a giudicare il gusto, mica le abitudini alimentari.

Quindi ecco cosa pensiamo noi dei ragù pronti che abbiamo testato.

Per la Prova d’assaggio di Dissapore abbiamo selezionato dodici marche di ragù pronti tra le più diffuse nei supermercati italiani.

CONTENDENTI

Carrefour
Barilla – ragù classico
De Cecco – ragù alla bolognese
Althea – bolognese
Italiamo – sugo alla salsiccia
Coop – ragù di carne alla bolognese
Terre d’Italia – ragù toscano di carne Chianina
Viva la mamma Beretta – ragù di carne
Fior fiore Coop – ragù di carne Chianina
Montana – il ragù alla Bolognese
Star – il mio gran ragù classico
Giovanni Rana – sugo fresco bolognese

CRITERI DI GIUDIZIO

Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

ragù pronti

Il test si è svolto alla cieca assaggiando i ragù dopo averli scaldati.

#12 Montana – il ragù alla Bolognese

montana ragù pronto

Giudizio: un sugo che non ci convince, in cui prevale un’untuosità che ci sembra eccessiva e che conferisce al ragù una consistenza molto liquida.
Packaging: ci sembra rivolto al mercato internazionale, come dimostra la bandiera italiana in evidenza nel pacco da due confezioni. Non amiamo la scelta della lattina, che ci sembra meno elegante e meno pratica (anche solo perché non richiudibile) del barattolo in vetro.
Ingredienti: 17 % di carne bovina, 13 % di carne suina. Contiene amido modificato di mais.
Analisi gustativa: all’assaggio appare immediatamente prevalente la nota dolce, che non è supportata da un gusto altrettanto deciso.
Prezzo: 7,75 € /Kg

VOTO: 4

#11 Coop – ragù di carne alla bolognese

ragu pronto coop

Giudizio: non ci ha conquistati questo ragù che appare troppo liquido e ha un gusto che ci sembra troppo neutro. Da segnalare il prezzo decisamente competitivo.
Packaging: la scelta del tetrapak è indubbiamente penalizzante da un punto di vista estetico.
Ingredienti: 11,7 % di carne bovina, 11,7 % di carne suina. Ma il primo ingrediente è l’acqua.
Analisi gustativa: la dolcezza del pomodoro è immediatamente prevalente, senza essere controbilanciata da un altro sapore ugualmente dominante. Il risultato è un gusto che troviamo un po’ spento.
Prezzo: 2,77 € /kg

VOTO: 4 ½

#10 Viva la mamma Beretta – ragù di carne

ragù pronto beretta

Giudizio: un sugo dal colore nettamente più chiaro rispetto a quello degli altri contendenti, forse per la prevalenza del pomodoro che influisce molto anche sul gusto.
Packaging: è un prodotto da frigo. La confezione in plastica ha una chiusura che a nostro giudizio potrebbe correre il rischio di aprirsi o di bucarsi in una busta piena di spesa.
Ingredienti: il primo ingrediente è la passata di pomodoro (30%). Contiene un 22% di carne suina e un 8 % di carne bovina. Da evidenziare che può contenere tracce di crostacei e di pesce.
Analisi gustativa: all’assaggio abbiamo ancora un sapore troppo dolce, mentre in un ragù cercheremmo un gusto più deciso.
Prezzo: 14 €/kg

VOTO: 5

#9 – Italiamo – sugo alla salsiccia

ragù pronto italiamo

Giudizio: un sugo con la giusta sapidità, anche se dall’utilizzo della salsiccia ci saremmo aspettati un gusto più spiccato.
Packaging: un logo che punta all’italianità e un formato-scorta (350 gr).
Ingredienti: il primo ingrediente è la polpa di pomodoro (48%), seguito dal semi concentrato di pomodoro (21%) e dall’impasto di salsiccia (20%).
Analisi gustativa: la prevalenza del pomodoro è nettamente percepibile dal sapore dolciastro, che però viene adeguatamente bilanciato dal gusto più grasso della salsiccia.
Prezzo: 3,40 €/kg

VOTO: 5+

#8 Star – il mio gran ragù classico

ragù pronto star

Giudizio: un ragù che inizia ad avere un gusto deciso, anche se la consistenza è un po’ troppo liquida e l’untuosità è notevole.
Packaging: confermiamo che non amiamo la scelta della lattina.
Ingredienti: 29, 5% di carne (bovina 16%, suina 13,5 %). Contiene amido modificato di mais. Può contenere tracce di pesce.
Analisi gustativa: all’assaggio questo ragù ha un sapore sapido e gustoso. Abbiamo però bisogno di una maggiore corposità.
Prezzo: 4,98 €/kg

VOTO: 5 ½

#7 Barilla – ragù classico

ragù pronto barilla

 

Giudizio: un sugo molto compatto, dalla consistenza giusta e con un sentore molto aromatico.
Packaging: molto semplice, per un marchio estremamente conosciuto. È venduto in una confezione doppia.
Ingredienti: il primo ingrediente è la polpa di pomodoro (35,4%), seguito dalla carne suina (15 %). c’è un 10% di carne bovina.
Analisi gustativa: anche se il sapore è un po’ troppo dolce e prevale il gusto del pomodoro più di quanto non vorremmo, è interessante l’utilizzo delle erbe aromatiche (salvia, timo, alloro), che regalano un gusto più complesso al sugo.
Prezzo: 5,59 € / kg

VOTO: 6 +

#6 Giovanni Rana – sugo fresco bolognese

ragù pronto rana

Giudizio: un ragù in cui la carne è tritata grossolanamente, cosa che a noi non è dispiaciuta. Ci manca però un po’ di grinta.
Packaging: siamo nell’ambito dei sughi freschi, dove le confezioni in plastica sono meno pratiche di quelle in vetro.
Ingredienti: 25 % di carne bovina, 14 % di carne bovina. Prodotto in uno stabilimento che lavora anche molluschi e crostacei.
Analisi gustativa: il sapore è buono, anche se lo troviamo lievemente tendente al dolce.
Prezzo: 9,45 € / kg

VOTO: 6 ½

#5 Althea – bolognese

ragù pronto althea

Giudizio: un ragù dal gusto sostanzialmente equilibrato, che troviamo abbastanza soddisfacente.
Packaging: una confezione elegante, in formato ridotto (120 gr).
Ingredienti: 48 % polpa di pomodoro, 15 % carne bovina, 10 % carne suina.
Analisi gustativa: in bocca ha un gusto gradevole, senza stonature. Ci sarebbe però piaciuto sentire maggiormente la carne.
Prezzo: 7,75 € /kg

VOTO: 7-

#4 Carrefour

ragu pronto carrefour

Giudizio: un ragù buono, che soddisfa le aspettative e che riempie la bocca.
Packaging: minimal. Probabilmente troppo.
Ingredienti: 30 % di carne bovina.
Analisi gustativa: all’assaggio risulta gustoso, con un netto sentore di cipolla (che deve piacere, ma che in generale regala carattere). Il pomodoro è tritato un po’ troppo grossolanamente per i nostri gusti.
Prezzo: 3,13 € / kg

VOTO: 7

#3 Terre d’Italia – ragù toscano di carne Chianina

ragù pronto terre d'italia

Giudizio: un ragù sapido, completo, dove la carne è tritata molto (troppo?) finemente. Un acquisto dal prezzo importante, dal quale forse ci saremmo aspettati qualcosina in più.
Packaging: la grafica è pulita e chiara. Il formato è elegante.
Ingredienti: 40 % di carne bovina. Sono presenti numerose spezie (basilico, prezzemolo, lauro). Può contenere tracce di pesci (acciughe).
Analisi gustativa: all’assaggio il gusto è piacevole, anche se per i nostri gusti un po’ poco deciso.
Prezzo: 19,95 € / kg

VOTO: 7 +

#2 De Cecco – ragù alla bolognese

ragù pronto de cecco

Giudizio: un ragù che inizia ad avvicinarsi a quello che ci aspettiamo di utilizzare per condire la nostra spaghettata. È quello con il minore apporto calorico tra i contendenti.
Packaging: elegante, con un tentativo di posizionamento di livello dato anche dalla consulenza sulle ricette dello chef Heinz Beck.
Ingredienti: 14% di carne bovina, 5,8 % di carne suina.
Analisi gustativa: il sapore è decisamente equilibrato, anche se avremmo gradito la presenza di un po’ più di carne.
Prezzo: 7,11 € / kg

VOTO: 7 ½

#1 Fior fiore Coop – ragù di carne Chianina

ragù pronto coop fior fiore

Giudizio: se l’altro ragù a marchio Coop non ci aveva convinto, questo prodotto top di gamma della catena di supermercati è il contendente che ci soddisfa maggiormente. Tra i contendenti è quello con il maggior apporto calorico.
Packaging: non amiamo la scelta del viola.
Ingredienti: carne bovina IGP di razza chianina (65%). L’olio è extravergine d’oliva.
Analisi gustativa: un ragù decisamente gustoso e sapido, dal sapore importante, come secondo noi deve essere un sugo.
Prezzo: 18,06 € / kg

VOTO: 8

COSA ABBIAMO IMPARATO

ragù pronto

Noi conoscevamo l’esistenza di due tipi di ragù: quello bolognese (con la carne tritata) e quello napoletano (con la carne in pezzi).

Evidentemente, per la grande distribuzione, il secondo è stato dimenticato.

Non a caso la bolognese sauce è uno dei marchi della gastronomia italiana nel modo.

Praline al cioccolato: Prova d’assaggio

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Ormai Halloween è entrato prepotentemente nelle nostre vite. La colonizzazione culturale americana continua indisturbata, nonostante l’opposizione dei tradizionalisti e dei conservatori.

Fatevene una ragione.

I nostri figli si travestono da streghe, da diavoli, da mostri, e vanno in giro a pretendere caramelle dagli sconosciuti, in barba a qualsiasi raccomandazione delle nonne.

I supermercati, da inizio ottobre in poi, sembrano pronti per l’Epifania. Stessi bancali, stessi prodotti, stesse promozioni. Solo che i dolciumi vanno a finire nelle zucche finte, anziché nelle calze della Befana.

Di certo noi non potevamo perdere l’occasione di assaggiarle, le più popolari praline in commercio, per suggerirvi quali scegliere per un Halloween almeno gustoso.

Ecco il risultato della nostra Prova d’assaggio a tema “dolcetto o scherzetto”.

Le praline al cioccolato, scelte tra le più diffuse nei supermercati italiani, sono nove.

CONTENDENTI

Ferrero Rocher
Baci Perugina
Ferrero Raffaello
Boero Laica
Kinder Shoko Bons
Perugina Grifo (al Latte, Fondente e Fondente 70%)
Lindor Lindt
Ferrero Pocket Coffee
Ferrero Mon Cheri

CRITERI DI GIUDIZIO

Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

praline

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando i cioccolatini a temperatura ambiente.

#9 Boero Laica

boero laikaboero laika

— Giudizio: sa di bar sport d’una volta, il Boero, con la lotteria in cui si vinceva quasi sempre qualcosa. Se il giudizio complessivo non può prescindere da questa nota nostalgica, l’assaggio alla cieca non ci ha entusiasmato.
— Packaging: la confezione è vintage, e forse avrebbe bisogno di una rinfrescata.
— Ingredienti: Esterno: zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, lecitina di soia, aroma naturale di vaniglia. Ripieno: sciroppo di glucosio – fruttosio, ciliegia intera, liquore (8%), aromi.
— Analisi gustativa: è il cioccolato che ricopre la pralina, la parte che ci convince di meno. Un po’ farinoso, avremmo preferito avesse un gusto più importante per contrastare la dolcezza della ciliegia. L’insieme è comunque gustoso.
— Prezzo: 8 € /kg
— In breve: Li amavamo perché ci facevano giocare d’azzardo

VOTO: 5

#8 Raffaello Ferrero

raffaello ferreroraffaello ferrero

— Giudizio: l’ultima pralina Ferrero ad essersi imposta sul mercato diventando subito un classico. Ovviamente il cocco è un ingrediente che deve piacere molto, anche per giustificare la spesa: il prezzo al chilo è pari a quello di molte praline artigianali.
— Packaging: l’uso del bianco e del rosso ne fanno un prodotto molto natalizio.
— Ingredienti: cocco essiccato, grassi vegetali (palma, karité), mandorla, latte scremato in polvere, siero di latte in polvere, farina di frumento, amido, lecitine (soia), aromi, agente lievitante (carbonato acido di sodio), sale.
— Analisi gustativa: la dolcezza è predominante su tutto, perfino sull’aroma di cocco.
Prezzo: 43,75 € /kg
— In breve: Se mettete da parte i soldi potete andare a mangiare il cocco su una spiaggia tropicale

VOTO: 5 ½

#7 Kinder Shoko Bons

kinder shoko bonskinder shoko bons

— Giudizio: Il gusto è quello classico del cioccolato Kinder, lo stesso che ritroviamo nelle barrette o nell’ovetto. Quindi, sappiamo cosa aspettarci: un cioccolato molto dolce, rivolto per lo più a un pubblico di bambini (per i quali avremmo sperato in una pralina con una lista ingredienti un po’ più corta).
— Packaging: i colori sono quelli della Kinder, forse l’incarto a caramella meriterebbe di essere un po’ più curato.
— Ingredienti: cioccolato finissimo al latte (zucchero, latte intero in polvere, burro di cacao, pasta di cacao, emulsionanti: lecitine – soia – aromi), zucchero, latte scremato in polvere, olio di palma, nocciole, burro anidro, cioccolato extra (zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, emulsionanti: lecitine – soia – aromi), agenti di rivestimento (gomma arabica, gommalacca), sciroppo di glucosio, emulsionanti: lecitine – soia – aromi.
— Analisi gustativa: è piacevole la presenza croccante dei cereali, anche se la dolcezza della pralina è lievemente troppo persistente in bocca.
— Prezzo: 20,72 € /kg
— In breve: Ma come caspita si pronunciano?

VOTO: 6 –

#6 Perugina Grifo (al Latte, Fondente e Fondente 70%)

perugina grifoperugina grifo

— Giudizio: forse non è corretto accostarle alle altre praline, ma è un grande classico delle calze della Befana, quindi ci sembrava giusto inserirlo. Trattasi di cioccolatini dal gusto molto pieno, un fine pasto piacevole più che una coccola per la merenda.
— Packaging: il multicolor dà sempre l’idea di abbondanza e pluralità, ma crediamo che la Perugina possa fare un po’ meglio.
— Ingredienti: zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, latte in polvere, siero di latte in polvere, lecitine di girasole e poliricinoleato di poliglicerolo, aroma naturale alla vaniglia.
— Analisi gustativa: sembra di assaggiare il quadratino di tavoletta di cioccolato più che una pralina. Rispetto agli altri, quindi, ci pare che manchi qualcosa, una componente che lo caratterizzi di più . Tra le tre varianti (latte, fondente, fondente 70%), quella che ci convince di più è quella fondente: dal 70% ci saremmo aspettati un gusto più importante; mentre troviamo un po’ troppo dolce quella al latte.
— Prezzo: 13,80 € /kg
— In breve: Una pralina non pralina

VOTO: 6 +

#5 Mon Cheri Ferrero

mon cherimon cheri

— Giudizio: un vero classico, riconoscibilissimo e perfetto per chi cerca questo tipo di prodotto. Il risultato non è male, anche se il gusto alcolico ci sembra troppo predominante sul cioccolato.
— Packaging: old style, ma in questo caso funziona.
— Ingredienti: cioccolato extra (zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, emulsionanti: lecitine – soia, vanillina), zucchero, ciliegia, liquore, burro di cacao.
— Analisi gustativa: la copertura di cioccolato è davvero sottile (l’avremmo preferita un po’ più spessa), e in bocca esplode immediatamente il ripieno liquido del cioccolatino. Il sentore alcolico è chiaro e persistente.
— Prezzo: 37,90 € /kg
— In breve: Cioccolatino o digestivo?

VOTO: 6 ½

#4 Pocket Coffee Ferrero

pocket coffeepocket coffee

— Giudizio: Anche qui, siamo di fronte a un grande classico, evidentemente molto riuscito. Il gusto è esattamente quello che ci aspettiamo.
— Packaging: Anche in questo caso, lo stile è – probabilmente volutamente – vintage.
— Ingredienti: caffè liquido zuccherato, cioccolato extra (pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, estratto di caffè, emulsionanti: lecitine – soia – vanillina), cioccolato finissimo al latte , latte intero in polvere, burro di cacao, estratto di caffè.
— Analisi gustativa: Il sapore è lievemente troppo dolce, ma indubbiamente riesce a trovare un equilibrio gustativo che abbina cioccolato e caffè senza che nessuna delle due componenti copra eccessivamente l’altra.
— Prezzo: 24,14 € /kg
— In breve: Se ci viene in mente solo il claim per descriverlo, c’è un motivo

VOTO: 7 +

#3 Lindor Lindt

lindorlindor

— Giudizio: è cioccolato nel cioccolato, il Lindor Lindt. Una pralina che riempie la bocca e che può forse risultare eccessiva, ma che indubbiamente appaga chi vuole regalarsi un momento di dolcezza.
— Packaging: molto elegante e moderno.
— Ingredienti: zucchero, grasso vegetale (cocco, palmisti), burro di cacao, pasta di cacao, latte intero in polvere, latte scremato in polvere, lattosio, burro anidro, emulsionante (lecitina di soia), estratto di malto d’orzo, aromi.
— Analisi gustativa: una pralina di dimensioni notevoli, più grande delle altre. Il gusto del cioccolato al latte è netto, senza però risultare troppo dolce. L’avremmo forse preferita leggermente più piccola.
— Prezzo: 39,87 € /kg
— In breve: un’overdose di cioccolata

VOTO: 7 ½

#2 Baci Perugina

baci peruginabacio perugina

— Giudizio: un gusto diverso da tutti gli altri, con una pralina che riesce a non risultare troppo dolce nel complesso, grazie alla ricopertura di cioccolato fondente. Indubbiamente, un prodotto ben riuscito.
— Packaging: blu e argento: natalizi ma non troppo e decisamente eleganti.
— Ingredienti: zucchero, nocciole, pasta di cacao, burro di cacao, latte in polvere, burro anidro, emulsionante lecitine di girasole, aromi.
— Analisi gustativa: è piacevole l’equilibrio che si crea assaggiando il cioccolatino per intero, con un ottimo bilanciamento tra l’amaro del cioccolato fondente e la dolcezza del ripieno di nocciole. Ottima anche la nota croccante della nocciola intera.
— Prezzo: 25,88 € /lt
— In breve: In fondo, siamo dei romanticoni

VOTO: 8 ½

#1 Ferrero Rocher

ferrero rocherferrero rocher

— Giudizio: Stiamo parlando di una delle praline più amate, un vero best seller della Ferrero, è non è un caso. Secondo noi questo è il punto a cui tendere, quando si parla di cioccolatini per la grande distribuzione.
— Packaging: il dorato fa un po’ natalizio, ma continua a piacere.
— Ingredienti: cioccolato al latte (zucchero, burro di cacao, pasta di cacao, latte scremato in polvere, burro anidro, emulsionanti: lecitine – soia – vanillina), nocciole, zucchero, olio di palma, farina di frumento, siero di latte in polvere, cacao magro, emulsionanti: lecitine – soia – , agente lievitante (carbonato acido di sodio), sale, vanillina.
— Analisi gustativa: un gusto davvero piacevole, con una spiccata nota di nocciola e con un cioccolato dal sapore non invadente e non troppo persistente. Un aspetto positivo in più è dato dalla diversità delle consistenze, che va dalla friabilità del wafer alla morbidezza del ripieno per finire con la croccantezza della nocciola.
— Prezzo: 39,80 € /lt
— In breve: Grazie per aver soddisfatto la voglia di qualcosa di buono.

VOTO: 9 ½

COSA ABBIAMO IMPARATO

praline

Innanzitutto, che le principali praline in commercio, in generale, ci piacciono abbastanza. Alcune tendono a un’eccessiva dolcezza, ma trattandosi di dosi molto piccole il risultato non è quasi mai stucchevole. Insomma, sono una buona coccola, perfetta per un momento dolce durante la giornata.

Certo, si tratta generalmente di prodotti industriali, con tutto ciò che questo comporta. Però anche su questo dobbiamo dire che pensavamo di trovare liste degli ingredienti peggiori: in generale, le percentuali di cioccolato sono buone e –a parte qualche olio di palma qua e là– non abbiamo grandi cose da notare in negativo.

Una però c’è: in molti casi, il prezzo al chilo è davvero cospicuo, paragonabile quasi a quello di molte cioccolaterie d’eccellenza.

Trovandoli in piccole confezioni, spesso compriamo questi prodotti pensando di spendere poco. Invece con la stessa spesa spesso potremmo portarci a casa un prodotto artigianale.

Hamburger veg: prova d’assaggio

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Signore e signori, c’è poco da fare: il mondo è dei vegani. Lo capite dalle vostre bacheche Facebook, invase alla vigilia di ogni festività comandata dalle immagini di teneri agnellini e vitellini che vi implorano di non mangiarli, voialtri orchi che non siete altro.

Suvvia, non vi offendete, stiamo scherzando. Giusto per condire con un po’ di ironia la vostra dieta fatta di legumi e vegetali.

Ma alla fine, c’è poco da scherzare: quella vegetariana (o vegana) è una scelta alimentare che –-per motivi etici o salutistici-– si sta diffondendo sempre di più. Nel 2016, il 7% della popolazione italiana si dichiara vegetariana, l’1% vegana.

Ma la quotidianità ci dice che probabilmente questi dati sono sottostimati: i ristoranti propongono sempre più spesso scelte veg-friendly, e anche l’offerta dei prodotti da grande distribuzione aumenta notevolmente.

Bene, diciamo noi quando vediamo gli scaffali pieni di prodotti veg, la pluralità di scelta è sempre positiva. Ma dopo averli provati, saremo ugualmente felici?

Ecco nove hamburger veg tra i più diffusi nella grande distribuzione, per la nostra Prova d’assaggio settimanale.

CONTENDENTI

Burger Vegetali – Alga Gourmè
Hamburger vegetale – Viva la mamma Beretta
Bistecche di soia – Compagnia italiana alimenti biologici
Burger di spinaci e tofu – Carrefour Bio
Burger quinoa e zucchine – Conbio
Hamburger di soia – Vivi verde Coop
Burger bio vegetale – Granarolo
Burger di soia – Sojasun
Burgers – Quorn

CRITERI DI GIUDIZIO

Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

hamburger veg

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando gli hamburger dopo una leggera cottura in padella.

#9 Hamburger vegetale – Viva la mamma Beretta

hamburger veg beretta

— Giudizio: è un prodotto un po’ diverso dagli altri contendenti, perché accompagnato dalle verdure. Che sono un po’ un premio di consolazione, vista le piccole dimensioni dell’hamburger.
— Packaging: la confezione in plastica da piatto pronto da scaldare al microonde è indubbiamente pratica, anche se sminuisce un po’ il prodotto.
— Ingredienti: zucchine, hamburger vegetale (farina di soia ristrutturata e reidratata, cipolla, pane grattugiato, olio di semi di girasole, sedano, glutine di frumento, carote, albume d’uovo, farina di soia, sale, estratto di lievito, piante aromatiche), carote, patate, cipolla, olio extravergine d’oliva, aceto balsamico, zucchero, sale, amido di mais, prezzemolo, aglio.
— Analisi gustativa: all’assaggio (che è avvenuto senza le verdure di contorno), l’hamburger ci sembra caratterizzato da un’eccessiva dolcezza, che copre ogni altro gusto.
— Prezzo: 17,45 € /kg
— In breve: caccia all’hamburger tra le verdurine

VOTO: 4

#8 Burger bio vegetale – Granarolo

hamburger veg granarolo

— Giudizio: un prodotto che, dal punto di vista degli ingredienti, andrebbe pienamente promosso. Verdure da agricoltura biologica, un po’ di sale. Il gusto, però, ci lascia un po’ delusi. E si sa, per noi il gusto comanda su tutto.
— Packaging: il font usato è molto moderno, ci piace.
— Ingredienti: polpa di soia, broccoli, sorgo, olio di semi di girasole, fioco di patata (patate disidratate, estratto di rosmarino), glutine di frumento, sale marino, spezie, piante aromatiche.
— Analisi gustativa: un sapore che ci convince poco, in generale vorremmo un po’ più di carattere anche quando parliamo di alimenti veg. Si distingue nettamente il sapore della soia, simile ai legumi. In bocca l’insieme risulta un po’ slegato, con una consistenza di cereali (il sorgo) che si fa sentire sotto i denti in ogni boccone.
— Prezzo: 18,83 € /kg
— In breve: viva il veg, ma con carattere

VOTO: 4 ½

#7 Burger quinoa e zucchine – Conbio

hamburger veg conbio

— Giudizio: tra i contendenti, è quello che si è sfaldato di più in cottura, probabilmente per la consistenza molto (troppo) morbida. Il tofu è probabilmente il responsabile di un gusto molto neutro, mentre noi abbiamo già detto che cerchiamo un po’ più di carattere in quel che assaggiamo.
— Packaging: essenziale.
— Ingredienti: tofu, zucchine, fiocco di patata (patate disidratate, estratto di rosmarino), olio di semi di girasole, polpa di soia, funghi champignon, passata di pomodoro, quinoa, amido di mais, melanzane, olive verdi, sale marino, origano.
— Analisi gustativa: rispetto ad altri contendenti, all’assaggio è decisamente meno granuloso e più morbido, anche se poco compatto. In generale, ha un sapore piacevole, anche se sentiamo la mancanza di un gusto più deciso.
— Prezzo: 17,16 €
— In breve: la carne vera non è mai stata così tenera

VOTO: 5

#6 Sojasun – Burger di soia

hamburger veg sojasun

— Giudizio: un burger che in cottura ha realizzato un’interessante doratura che ci ha ingolosito, anche se poi all’assaggio non siamo stati pienamente convinti. Tra i contendenti è quello con la consistenza più simile a un hamburger vero.
— Packaging: un po’ troppo pubblicitaria, ma – come la pubblicità – d’impatto.
— Ingredienti: acqua, succo di soia, cipolle, concentrato di pomodoro, olio di girasole, sale, fibre vegetali, zucchero, succo concentrato di cipolle, gelificante: meticellulosa.
— Analisi gustativa: all’assaggio l’abbiamo trovato troppo dolce per i nostri gusti, con una prevalenza del pomodoro nel gusto.
— Prezzo: 14,95 € /kg
— In breve: sembra carne ma non è

VOTO: 5+

#5 Burgers – Quorn

hamburger veg quorn

— Giudizio: è stato uno dei giudizi che più ci ha messo a dura prova. Perché piaciuto c’è piaciuto, ma la lista ingredienti lo ha penalizzato rispetto a quella di altri contendenti.
— Ingredienti: microproteine, proteine del frumento, albume reidratato di uova da galline allevate all’aperto, oli vegetali (olio di palma, olio di colza), cipolla, aromi naturali, cipolla fritta, proteine del latte, estratto di orzo tostato.
— Analisi gustativa: in bocca ha una consistenza del tutto simile a quella di un hamburger di carne, e un sapore nel complesso buono, anche se non distinguiamo chiaramente gli ingredienti presenti.
— Prezzo: 18,68 € /kg
— In breve: veg sì, ma con fritto e olio di palma

VOTO: 5 ½

#4 Hamburger di soia – Vivi verde Coop

hamburger veg coop

— Giudizio: uno dei burger più piccoli, con una forma tonda che lo rende più simile a una polpetta. Nonostante le percentuali di ingredienti in parte ci smentiscano, troviamo un po’ troppo prevalente il sapore dei legumi.
— Packaging: è stato molto complicato togliere i burger dall’involucro interno in plastica senza romperli.
— Ingredienti: tofu, soia testurizzata, polpa di soia, cipolla, fiocco di patata, doppio concentrato di pomodoro, olio extravergine di oliva, olio di semi di girasole, acqua, carote, salsa di soia, preparato per brodo vegetale, glutine di frumento, addensante: farina di semi di carrube, sale marino, origano, pepe.
— Analisi gustativa: all’assaggio, è nettamente prevalente il sapore di legumi tipico della soia. In generale, avrebbe bisogno di una spinta di gusto in più, ma ci sentiamo di promuoverlo con un piccolo debito formativo.
— Prezzo: 15 € /kg
— In breve: rimandato a settembre

VOTO: 6 –

#3 Burger di spinaci e tofu – Carrefour Bio

hamburger veg carrefour

— Giudizio: un burger dal colore molto diverso dagli altri, tendente al verde per la presenza degli spinaci tra gli ingredienti. In generale, una polpetta che non ci dispiace.
— Packaging: come nel caso del contendente della Coop, abbiamo fatto molta fatica ad aprire la confezione di plastica interna senza rompere il burger.
— Ingredienti: spinaci, tofu, acqua, fiocco di patate, (patate disidratate, estratto di rosmarino), polpa di soia, farro, olio di semi di girasole, riso bianco lungo, amido di mais, cipolla, preparato di brodo vegetale, miso, estratto di lievito, olio extravergine di oliva, spezie, sale marino, zenzero.
— Analisi gustativa: un gusto buono nel complesso, anche se ancora non deciso quanto vorremmo. Una nota un po’ deludente è data dal fatto che ci aspettavamo un maggiore sapore di verdure verdi, visto il colore della polpetta. Invece, è prevalente il sapore e la consistenza della patata, che in ogni caso è piacevole.
— Prezzo: 14,15 € /kg
— In breve: l’hamburger dei vicini è sicuramente meno verde

VOTO: 6

#2 Burger Vegetali – Alga Gourmè

hamburger veg alga

— Giudizio: dopo la cottura questi mini hamburger (mini davvero!) hanno un aspetto molto invitante che, finalmente, corrisponde a un gusto interessante e convincente.
— Packaging: molto orientale
— Ingredienti: proteine di soia testurizzata reidratata, olio di semi di girasole, fibre vegetali, pomodoro, cipolla, alga Wakaname, zucca gialla, alghe marine, gelificante (E466), olio di semi di lino, sale, spezie.
— Analisi gustativa: il sapore prevalente è quello del pomodoro, senza però che questo renda l’hamburger troppo dolce. L’utilizzo di diverse spezie conferisce invece a questo prodotto un carattere deciso e un po’ esotico.
— Prezzo: 16,95 € /lt
— In breve: la prossima estate, tutti a pescare alghe.

VOTO: 7

#1 Bistecche di soia – Compagnia italiana alimenti biologici

hamburger veg compagnia italiana

— Giudizio: simile a un hamburger di carne nell’aspetto, ha una consistenza compatta che lo ha lasciato intatto in cottura. Il gusto ci ha veramente soddisfatti, per questo chiudiamo un occhio su una lista ingredienti che potrebbe imparare a fare di più da qualcuno degli altri contendenti.
— Packaging: da rivedere.
— Ingredienti: soia testurizzata idratata, acqua, cipolla, farina di riso, aromi naturali, fibra di avena, glutine di frumento, addensante: carragenina, olio di cocco, olio di semi di girasole, addensante: gomma di guar, sale, estratto di lievito, aglio, addensante: gomma di xanthan, spezie.
— Analisi gustativa: il sapore è decisamente piacevole, con una lieve nota di cipolla che dà gusto senza essere invadente.
— Prezzo: 22,16 €/lt
— In breve: veg o non veg, ci piace.

VOTO: 7 ½

burger

COSA ABBIAMO IMPARATO

Visto che di verdure stiamo parlando, ci concederete la licenza di dire che siamo incavolati, dopo questa prova d’assaggio. Il perché è semplice. Chi ha provato questi hambuger non è vegetariano, ma è un consumatore attento. Un consumatore che ricerca innanzitutto il gusto in quello che acquista, ma anche e soprattutto una lista ingredienti che sia il più sana possibile.

Ora, il punto è questo. Questi prodotti veg contengono ingredienti interessanti, per essere prodotti da grande distribuzione: tante verdure bio, poche o inesistenti schifezze, niente conservanti, coloranti e via dicendo.

Perfino uova di galline da allevamento all’aperto. Sfido a trovare un prodotto per “onnivori” in cui sia specificato questo aspetto, nella lista ingredienti.

Quindi ci chiediamo: perché? Perché si presume che il consumatore non veg sia meno consapevole e meno attento a quello che mangia? Probabilmente perché lo è, sta a noi cambiare lo stato delle cose.

Nel frattempo, qualcuno di questi hamburger veg lo potete mangiare con piacere.

Pizze surgelate: prova d’assaggio o di coraggio?

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Pizza, pasta, mandolino. Non scherziamo su queste tre cose, noi Italiani. Passi per il mandolino. In effetti, non so neanche se ne ho mai visto uno dal vivo.

Ma pizza e pasta sono cose serie, sacre. Su quelle dovrebbero farci fare i giuramenti, altro che Bibbia o Costituzione.

La premessa era doverosa, per evitare ogni linciaggio. Perché oggi siamo qui a parlarvi di pizze surgelate. E non fate quelle facce lì, lo sappiamo che di tanto in tanto sono apparse anche nel vostro freezer.

D’altronde, il giovedì anche la vostra pizzeria preferita potrebbe essere chiusa.

Per la nostra prova d’assaggio, abbiamo selezionato otto tra le più diffuse pizze in commercio nella grande distribuzione.

CONTENDENTI

pizze surgelate

Cameo Pizza Regina
Esselunga Top – Pizza margherita con pomodorini
Italpizza – La Verace Bufala e pomodorini
Sofficini Findus – La pizza margherita
Cameo Ristorante – Margherita saporita
Buitoni – Bella Napoli
Cameo – Pizza Regina Alta
Fidèl – Pizza Margherita

CRITERI DI GIUDIZIO

Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa
Consistenza dell’impasto

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando le pizze dopo la cottura in forno ventilato.

#8 Cameo Ristorante – Margherita saporita

pizze surgelate cameo ristorante

— Giudizio: Saporita è saporita, intendiamoci. Ma non sono del tutto sicura che questo sia il sapore che cerco in una pizza margherita. Anzi, mi correggo: sono sicura che non lo sia.
— Packaging: invitante
— Ingredienti: Farina di grano tenero di tipo 0, salsa di pomodoro 27%, mozzarella 23% pezzetti di pomodoro secchi marinati 8.8%, olio di colza, acqua, lievito, sale, olive tritate, zucchero, olio extravergine d’oliva, basilico, amido modificato, origano, prezzemolo, spezie, aglio, funghi champignon in polvere.
— Analisi gustativa: indubbiamente, all’assaggio, è decisamente gustosa. Cosa che in generale non mi dispiace mai, ma in questo caso sento in bocca un certo pasticcio. Pomodori secchi, aglio, spezie, tutti sentori che conferiscono alla pizza un’eccessiva acidità e salinità.
— Consistenza dell’impasto: un impasto insolito, basso e croccante, che sembra sempre poco cotto (ma non tentate di cuocerlo di più, se non volete una pizza bruciata). Il bordo (che da qui in poi chiamerò come faccio sempre, il “cornicione”) in questo caso è praticamente inesistente.
— Prezzo: 10,46 € /kg (3,45 € a pizza)
— In breve: questa notte dovrò bere. Tanto.

VOTO: 4/5

#7 Fidèl – Pizza Margherita

pizze surgelate fidel

— Giudizio: sulla carta non ha nulla che non vada, e il prezzo è davvero competitivo. Eppure mi ricorda un po’ alcune pizze che mangi all’estero, e questo, quando parliamo di pizza in Italia, non è mai un bene.
— Packaging: non essenziale. Di più.
— Ingredienti: farina di frumento, mozzarella (18%), acqua, polpa di pomodoro (14%) semiconcentrato di pomodoro, olio di oliva, sale destrosio, farina di frumento maltata, lievito di birra, origano.
— Analisi gustativa: all’assaggio, riscontro un’eccessiva acidità della salsa di pomodoro e poca mozzarella a bilanciare il gusto.
— Consistenza dell’impasto: noto immediatamente una consistenza che trovo poco friabile e un po’ gommosa; tuttavia l’impasto migliora notevolmente nel cornicione, che è decisamente più croccante.
— Prezzo: 4,15 €/kg (1,24 € a pizza)
— In breve: probabilmente l’embargo non ha permesso a Fidèl di portare con sé il formaggio

VOTO: 5 –

pizze surgelate regina alta

#6 Cameo – Pizza Regina Alta

— Giudizio: una pizza che già in partenza si dichiara diversa da tutti gli altri contendenti. Non è la pizza giusta per quelli come me che amano l’impasto alla napoletana. Tra tutti i contendenti, è quella con la lista ingredienti che mi convince meno.
— Packaging: molto luminoso, anche se un po’ retrò
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo 0, salsa di pomodoro 23%, mozzarella 15%, acqua, grasso di palma, lievito, sale, olio di colza, semolino di riso, zucchero, olio di girasole, correttori di acidità: fosfati di calcio, citrati di calcio; amido modificato, agente lievitante: carbonato acido di sodio; origano, proteine del latte, pepe, estratto di malto d’orzo
— Analisi gustativa: all’assaggio risulta avere un sapore troppo poco deciso. Sento una certa latitanza del formaggio mentre prevale invece il gusto dolce del pomodoro.
— Consistenza dell’impasto: un impasto diverso, più alto, che la rende meno secca delle contendenti, lasciandola molto morbida anche quando si raffredda. Il cornicione è giustamente croccante.
— Prezzo: 5,57 € /kg (2,06 € a pizza)
— In breve: tanto pane, poco formaggio

VOTO: 5

#5 Sofficini Findus – La pizza margherita

pizze surgelate sofficini findus

— Giudizio: la verità? Pensavo peggio. Tutto sommato, il risultato è gustoso, grazie alla abbondante mozzarella. Un prodotto che evidentemente strizza l’occhio ai più piccoli, sia nel packaging che nel sapore deciso.
— Packaging: chiunque abbia dei bambini, sa che con loro pupazzi e cartoni animati funzionano.
— Ingredienti: farina di frumento, mozzarella 25%, acqua, polpa di pomodoro 9,6%, passata di pomodoro 9.6%, sale, olio vegetale di semi di girasole, lievito di birra, olio vegetale di oliva, zucchero, origano, basilico
— Analisi gustativa: noto subito il condimento abbondante, anche se la controindicazione è che, se non mangiata bollente, la tanta mozzarella crea un po’ un mappazzone (come direbbe Barbieri). Al secondo giro di assaggio, mi convince molto meno.
— Consistenza dell’impasto: abbastanza corretta, con un impasto sottile (anche se leggermente gommoso) e un cornicione croccante.
— Prezzo: 9 €/kg (3,49 € a pizza)
— In breve: la pizza è roba da adulti

VOTO: 5 ½

#4 Pizza Regina Cameo

pizze surgelate regina cameo

— Giudizio: la “regina delle pizze” non è male, e per me raggiunge la sufficienza. Bilanciata nei condimenti, anche se avrei preferito un po’ più di mozzarella.
— Packaging: esattamente come per la sorella “alta”, è molto luminoso, anche se un po’ retrò
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo 0, salsa di pomodoro 20 %, mozzarella 20%, acqua, olio di colza, sale, olio extravergine d’oliva 0.5 %, lievito, amido modificato, basilico, origano.
— Analisi gustativa: una pizza condita adeguatamente, lievemente troppo saporita, con un retrogusto un po’ troppo salato.
— Consistenza dell’impasto: sottile, rimane dopo la cottura indicata sulla confezione (3 minuti) un po’ troppo croccante.
— Prezzo: 4,59 €/kg (1,37 € a pizza)
— In breve: ho la conferma che questa notte dovrò bere

VOTO: 6

#3 Buitoni – Bella Napoli

pizze surgelate buitoni

— Giudizio: una pizza che in generale non mi dispiace, ben condita e dal sapore non troppo invadente. Però avrei preferito un po’ più di carattere.
— Packaging: i colori richiamano l’italianità del prodotto e l’immagine sull’incarto è davvero invitante.
— Ingredienti: farina di frumento, mozzarella (23%), acqua, passata di pomodoro (20%), olio di girasole, sale, olio extravergine d’oliva 0,7%, basilico, lievito di birra, zucchero
— Analisi gustativa: una pizza che in bocca risulta equilibrata, con la giusta presenza di formaggio. Tuttavia, nell’insieme, la trovo un po’ poco saporita.
— Consistenza dell’impasto: un impasto molto sottile che regala una consistenza morbida ma penalizza il cornicione, che rimane poco croccante.
— Prezzo: 6,05 € /kg (2 € a pizza)
— In breve: non scomoderei Napoli

VOTO: 6 ½

#2 Italpizza – La Verace Bufala e pomodorini

pizze surgelate italpizza

— Giudizio: quando l’ho scartata, mi è sembrata la migliore fra le contendenti. È indubbio che l’aspetto crea delle aspettative: soddisfatte anche nell’assaggio alla cieca, è vero, ma solo in parte (in particolare, mi aspettavo un maggior sapore di mozzarella di bufala, visto che era l’unico contendente a poter vantare questo ingrediente).
— Packaging: mi piace che punti all’italianità e ai prodotti del territorio, con le immagini della mozzarella e dei pomodorini. Il nero probabilmente vuole essere una scelta elegante, non del tutto riuscita.
— Ingredienti: pasta 58.4% (farina di grano tenero, acqua, olio extravergine d’oliva, sale, lievito), mozzarella di bufala campana DOP 22%, salsa di pomodoro 11%, pomodorini 6%, olio di girasole
— Analisi gustativa: una pizza buona, dal sapore delicato e dal condimento non invadente. Piacevole la presenza dei pomodorini.
— Consistenza dell’impasto: un impasto sottile e morbido, come in effetti richiede la tradizione napoletana.
— Prezzo: 10,42 € / kg (1,70 € a pizza)
— In breve: la bufala è una cosa seria, ancor più della pizza

VOTO: 7 –

#1 Esselunga Top – Pizza margherita con pomodorini

pizze surgelate esselunga

— Giudizio: è il contendente che mi convince di più, per diversi motivi. La consistenza dell’impasto, gli ingredienti e il gusto, che è l’unico dove individuo chiaramente il sapore del basilico.
— Packaging: a mio parere, non proprio adatto a un prodotto top di gamma.
— Ingredienti: farina di grano tenero, acqua, mozzarella italiana a fette 15,8%, mozzarella italiana 10,5%, pomodoro pachino IGP 7,1%, passata di pomodoro 5.1%, polpa di pomodoro 5,1%, olio di semi di girasole, olio extravergine d’oliva, sale, lievito, olio di oliva, zucchero, origano, basilico
— Analisi gustativa: all’assaggio, riconosco immediatamente una pizza ben condita (in alcuni punti, dove si trovano le fette intere di mozzarella, la percentuale di formaggio è quella che vorrei trovare ovunque). Si sente (anche se un po’ timidamente) il sapore del basilico.
— Consistenza dell’impasto: un impasto morbido, alla napoletana, con un cornicione che rimane croccante.
— Prezzo: 9.19 € / kg (3,49 € a pizza)
— In breve: col basilico, il tricolore italiano è completo

VOTO: 7 +

COSA ABBIAMO IMPARATO

La pizza, devo ammetterlo, mi piace sempre. Al taglio, al padellino, alla napoletana. Anche la peggiore delle pizze a domicilio è, tutto sommato, un buon modo di sfamarsi, per quanto mi riguarda. È ovvio, però, che c’è pizza e pizza.

E, come spesso accade quando guardiamo ai prodotti pronti che offre la grande distribuzione, ci chiediamo se la sensazione di convenienza non sia per lo più indotta dalla pubblicità. Scaldare una pizza surgelata non è più veloce che comporre il numero della consegna a domicilio, ormai si trovano pizze più che dignitose consegnate velocemente.

In alcuni casi, non è nemmeno molto più economico, bisognerebbe imparare a leggere sempre i prezzi al chilo.

Detto questo, le pizze surgelate funzionano, alcune più di altre.

Magari non rispettano al 100% la ricetta tradizionale (il basilico, suvvia. Cosa ci vuole a metterne un po’?), ma quasi per tutte quelle che abbiamo esaminato ci ha fatto piacere notare che le liste degli ingredienti sono generalmente da promuovere.

Creme spalmabili fondenti: prova d’assaggio

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È la merenda che ogni bambino sogna, alla faccia dell’olio di palma. Pane e [vi lasciamo inserire la prima crema alla nocciola che vi viene in mente, così non potete dire che siamo di parte]

Se ai bambini è concesso essere golosi, ai grandi lo è un po’ meno. Magari cambiano i gusti, ma pane & cioccolata rimane uno dei regali più grandi che ci si può fare per uscire indenni da una giornata grigia o faticosa.

Sarà questo il motivo per cui sempre più aziende sperimentano creme spalmabili al cioccolato dedicate a un target adulto.

Il problema allora diventa l’eccessiva dolcezza del cioccolato al latte o alla nocciola, che ai palati più “cresciuti” può risultare perfino stucchevole. Andare incontro ai loro gusti è il motivo per cui nasce la crema fondente.

Per la nostra Prova d’assaggio settimanale abbiamo scelto sei tra le creme spalmabili al cioccolato fondente più diffuse.

CONTENDENTI

creme spalmabili fondenti

Slitti – Gianera
Pernigotti – Gianduia Nero
Luca Montersino – Golosi di Salute. Crema Gianduja Fondente
Caffarel – I Love Fondente
Venchi – Suprema
Domori – Crema gianduja extra fondente

CRITERI DI GIUDIZIO

creme spalmabili fondenti

Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa
Consistenza

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando le creme a temperatura ambiente.

#6 Caffarel – I Love Fondente

creme spalmabili fondenti caffarel

Giudizio: una crema che mi è subito apparsa molto invitante, di quelle in cui avresti voglia di tuffare indecorosamente il dito indice. Anche il colore è quello giusto per un prodotto fondente. Aspettative che, dopo l’assaggio, sono rimaste insoddisfatte.
Packaging: non è un po’ troppo minimal?
Ingredienti: zucchero, cacao magro in polvere (15%), olio vegetale (girasole, cartamo e riso in proporzione variabile), grasso vegetale (palma, cartamo, illipe e shea in proporzione variabile), nocciole, latte intero in polvere, mandorle, emulsionante: lecitine (di soia), estratto di vaniglia.
Analisi gustativa: indubbiamente, all’assaggio ho in bocca un cioccolato che appaga la mia golosità. La dolcezza è però davvero eccessiva, soprattutto se parliamo di un prodotto fondente.
Consistenza: cremosissima, anche se decisamente oleosa.
Prezzo: 32, 86 €/kg
In breve: e io che pensavo d’aver comprato un cioccolato fondente

VOTO: 5 ½

#5 Pernigotti – Gianduia Nero

creme spalmabili fondenti, pernigotti

Giudizio: alla vista, il colore ricorda più il cioccolato gianduja che quello fondente. In effetti all’assaggio ci chiediamo dove sia finito l’amaro. Un prodotto facile, che di sicuro accontenta una grande fetta di pubblico, ma non me, che sono alla ricerca del fondente perfetto.
Packaging: bello ed elegante. Mi piace anche l’utilizzo di un barattolo dalla forma sinuosa.
Ingredienti: Cioccolato alle nocciole gianduia (42%: zucchero, cacao magro in polvere, nocciole, emulsionante: lecitina di soia. Cacao: 33% min.), nocciole (21%), zucchero, burro di latte anidro, emulsionante: lecitina di soia, aromi naturali.
Analisi gustativa: all’assaggio, fatico a riconoscere l’amarezza tipica del cioccolato fondente. Trovo molto presente, invece, il sapore delle nocciole e dello zucchero.
Consistenza dell’impasto: molto cremosa, perfetta per essere spalmata. Leggermente troppo oleosa.
Prezzo: 12 €/kg
In breve: Più che nero, nocciola

VOTO: 6

#4 Luca Montersino – Golosi di Salute. Crema Gianduja Fondente

creme spalmabili fondenti, luca montersino

Giudizio: se scelgo una crema spalmabile al cioccolato fondente, probabilmente è perché amo quel sapore amaro tipico del cacao. Sapore che non riconosco chiaramente in questo contendente, che si presenta anche molto più chiaro degli altri.
Packaging: ho qualche perplessità. La firma, innanzitutto: è corretto personalizzare, ma non è detto che il consumatore riesca a leggere. Poi, l’utilizzo della parola “salute” rimanda sempre un po’ alla proibizione, e su una crema al cioccolato non riesce a ottenere il risultato di convincermi di essere di fronte a un prodotto goloso.
Ingredienti: nocciola tonda gentile trilobata (43%), cioccolato fondente (43%) (pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, emulsionante: lecitina di soia, estratto di vaniglia), burro, olio di riso, cacao in polvere.
Analisi gustativa: una crema che in bocca risulta un po’ oleosa, nonostante una consistenza poco cremosa che farebbe intuire maggiore secchezza. Un gusto che trovo leggermente sbilanciato verso il dolce e poco tendente al sapore del cioccolato fondente. Si riconosce il gusto della nocciola, molto piacevole.
Consistenza: molto compatta, sembra quasi una crema spalmabile tenuta in frigo.
Prezzo: 31,60 €/ Kg
In breve: Più che golosi di salute, siamo golosi di cioccolato fondente

VOTO: 6,5

#3 Slitti – Gianera

creme spalmabili fondenti slitti

Giudizio: Andrea Slitti è indubbiamente un nome nella cioccolateria artigianale dei grandi numeri. La sua Gianera è di sicuro un prodotto interessante, ma in cui di nuovo non trovo il gusto fondente che cerco.
Packaging: va bene l’artigianalità, ma la grafica può essere più elegante.
Ingredienti: nocciole ”tonda gentile delle Langhe”, zucchero, massa di cacao, cacao magro in polvere, burro di cacao. Emulsionante: lecitina di girasole.
Analisi gustativa: un cioccolato dal sapore rotondo, che riempie decisamente la bocca. Il sapore prevalente è quello della nocciola, e solo verso la fine si sente una punta di amaro.
Consistenza: interessante. Non troppo oleosa, sembra fatta apposta per essere spalmata.
Prezzo: 38,80 € /kg
In breve: avvolgente

VOTO: 7

#2 Domori – Crema gianduja extra fondente

creme spalmabili fondenti domori

Giudizio: finalmente, con questo contendente entriamo davvero nel mondo del cioccolato fondente. Incredibile che sia stato così difficile trovare una crema spalmabile con la nota amara che cercavo. Un prodotto dal prezzo importante, che però ha un gusto appagante. Peccato per la consistenza un po’ troppo compatta, che lo rende un po’ difficile da spalmare.
Packaging: semplice, minimale, elegante
Ingredienti: zucchero di canna, nocciola IGP del Piemonte (26%), cacao in polvere (13%), pasta di cacao, burro di cacao. Emulsionante: lecitina di soia, sale.
Analisi gustativa: all’assaggio riconosco immediatamente l’amarezza tipica del cioccolato fondente, con un retrogusto di nocciola che bilancia il sapore senza essere coprente.
Consistenza: tra tutti i contendenti, è la crema più compatta e meno oleosa.
Prezzo: 54,50 €/kg
In breve: da mangiare a cucchiaiate, più che da spalmare

VOTO: 7 ½

#1 Venchi – Suprema

creme spalmabili fondenti venchi

Giudizio: eccola, la crema che cercavo. Decisamente fondente, perfetta da spalmare ma anche da mangiare al cucchiaio. Il tutto, con un’eccellente rapporto qualità-prezzo.
Packaging: sul fronte, un po’ meno di informazioni diminuirebbero l’effetto confusione.
Ingredienti: pasta di nocciole Piemonte I.G.P., cioccolato extra fondente (cacao in polvere, zucchero, burro di cacao, Cacao: 64% min.), olio di oliva, zucchero, cacao magro in polvere, emulsionante: lecitina di soia, aroma vaniglia naturale.
Analisi gustativa: il sapore amaro del cioccolato fondente è nettamente riconoscibile. Una crema dal gusto piacevole e persistente ma non invadente.
Consistenza: poco oleosa, la consistenza è quella che cerchiamo in una crema da spalmare.
Prezzo: 29,33 € / kg
In breve: fondiamo

VOTO: 8 +

COSA ABBIAMO IMPARATO

crema spalmabile fondente

Avevo ragione, a dire che in fondo siamo sempre bambini. Se pensate che in questa prova mi sia limitata ad assaggiare i contendenti cucchiaino dopo cucchiaino, ripensateci pure, provando a figurarvi coltellate di cioccolata spalmate sul pane.

Ecco, la “spalmabilità” (termine che mi prendo la libertà di inventare ma che prometto di usare solo in questa occasione).

In generale, molte delle creme che abbiamo provato ci sono sembrate troppo compatte e poco spalmabili.

Ma la nota dolente che ha accomunato quasi tutti i contendenti (eccezion fatta per i primi due classificati) è il non essere riusciti a osare con il fondente. Ora, capiamo che non a tutti piace un cacao eccessivamente amaro. Ma voi capite che se cerco una crema alla nocciola, so già dove dirigermi.

Se scrivi “fondente”, io voglio “fondente”. Per questo abbiamo deciso di premiare gli audaci.

E ora, lasciatemi andare, che devo pulirmi baffi di cioccolata.


Amari: Prova d’assaggio

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Un tempo li consideravamo roba da vecchi. Erano solo i nostri nonni a farsi un grappino o un bicchiere d’amaro dopo cena.

L’operazione di svecchiamento che, nel tempo e tutti in coro, i responsabili marketing hanno fatto sugli amari, è perfettamente riuscita, ora sono tra i sottogeneri degli alcolici che da anni tengono meglio le loro fette di mercato.

Merito anche della mixability, la pratica di realizzare cocktail a base di amari, che ha permesso una maggiore diffusione dei marchi anche tra i consumatori meno agée, rimodernando un prodotto che certo moderno non era.

Sul mercato italiano, quando si parla di amari, c’è l’imbarazzo della scelta. Noi ci siamo diretti verso le etichette più storiche e più comuni, quelle che più facilmente si trovano nei nostri mobiletti dei liquori.

Per la nostra Prova d’assaggio settimanale abbiamo scelto sei amari tra i più diffusi.

CONTENDENTI

Amaro del Capo (F)
Braulio (A)
Montenegro (E)
Lucano (B)
Ramazzotti (C)
Averna (D)

CRITERI DI GIUDIZIO

amari prova d'assaggio

Packaging
Gradazione alcolica
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando gli amari a temperatura ambiente.

#6 Montenegro

amaro montenegro

— Giudizio: forse non sono sufficientemente poetica per apprezzare davvero l’amaro preferito di Gabriele D’annunzio, che lo definì il liquore delle Virtudi. Un amaro davvero molto profumato che però in bocca trovo troppo sbilanciato verso il dolce.
— Packaging: decisamente retrò, andrebbe rivisto.
— Gradazione alcolica: 23 %
— Analisi gustativa: in bocca ha un sapore pieno, ricco di note aromatiche, con la persistenza di un gusto quasi vanigliato, che personalmente trovo troppo zuccherino.
— Prezzo: 15, 66 €/ lt
— In breve: La dolcezza di D’annunzio

VOTO: 5 ½

#5 Amaro del Capo

amaro del capo

Giudizio: calabrese, prodotto con oltre venti ingredienti naturali tipici del Sud Italia, è un liquore interessante, anche se fatico ad individuare un gusto predominante, con il risultato che in bocca è un po’ un pasticcio.
Packaging: ha un che di mappa dei pirati, l’immagine in copertina, e i pirati erano noti per essere grandi bevitori.
Gradazione alcolica: 35 %
Analisi gustativa: un amaro fortemente aromatico, che mischia diversi ingredienti difficili da riconoscere. È netto il sapore di liquirizia e un retrogusto di menta. Il risultato è comunque piuttosto dolce.
Prezzo: 13,56 €/lt
In breve: tutti, ma proprio tutti, gli ingredienti della Calabria

VOTO: 6-

#4 Averna

amaro averna

— Giudizio: l’amaro di Caltanissetta è di nuovo un prodotto molto dolce, sicuramente pensato per accontentare un pubblico molto ampio ma non pienamente corrispondente alla definizione “amaro”. Dalla consistenza molto fluida, rimane a lungo persistente in bocca.
— Packaging: la giusta eleganza del passato in un’etichetta rimodernata.
— Gradazione alcolica: 29%
— Analisi gustativa: all’assaggio, troviamo un gusto piuttosto dolce, in cui si riconoscono le note agrumate, anche se è fortemente prevalente il sapore di liquirizia
— Prezzo: 12,12€/lt
— In breve: il gusto pieno della vita è più amaro di così, credetemi

VOTO: 6

#3 Lucano

amaro lucano

— Giudizio: non mi dispiace, l’amaro della Basilicata. Anche se ancora troppo dolce per essere davvero “amaro”, regala note di gusto particolari.
— Packaging: il giusto compromesso tra tradizione e modernità
— Gradazione alcolica: 28%
— Analisi gustativa: in bocca si sente un gusto dolciastro, con un netto sapore di caramello, con qualche punta di amaro data da un lieve sentore di zucchero bruciato.
— Prezzo: 13,18 € /lt
— In breve: amaro caramellato

VOTO: 6 ½

#2 Ramazzotti

amaro ramazzotti

— Giudizio: un amaro con un gusto bilanciato e un equilibrio piacevole. Per me, decisamente promosso.
— Packaging: tra i contendenti, quello che ci piace di più
— Gradazione alcolica: 30 %
— Analisi gustativa: in bocca è molto forte un sapore agrumato, con un retrogusto di anice. In generale, un gusto bilanciato tra il dolce e l’amaro e un risultato soddisfacente.
— Prezzo: 10,22 €/lt
— In breve: Ramazzotti (on the) rocks

VOTO: 7

#1 Braulio

amaro braulio

— Giudizio: tra i contendenti, è l’amaro più amaro, e questo dal mio punto di vista è un elemento positivo. Si sentono i sapori delle erbe e, anche se è difficile distinguerne uno dominante, il risultato è pieno e interessante
— Packaging: da rivedere
— Gradazione alcolica: 21 %
— Analisi gustativa: anche se in un primo momento in bocca può sembrare prevalente la dolcezza, presto si riconoscono le note amare persistenti, tipiche delle erbe aromatiche presenti nell’infuso.
— Prezzo: 10,33 € / lt
— In breve: l’amaro delle montagne

VOTO: 7 +

COSA ABBIAMO IMPARATO

prova assaggio, amaro

Impariamo sempre la stessa cosa, e cioè che è difficile osare. Giustamente, il punto è cercare di vendere il proprio prodotto a un pubblico sempre più ampio e vario, ma spesso questa scelta porta più di un compromesso dal punto di vista gustativo.

Come nel caso di amari che amari in realtà non sono.

Non dico che cercavamo l’Unicum o il Petrus (non a caso, non sono stati scelti tra i contendenti, proprio perché prodotti un po’ meno facili al gusto generale), ma se compro un amaro non mi aspetto un digestivo zuccherino.

O forse sì, visto che tutti quelli più diffusi, in definitiva, risultano avere un sapore piuttosto dolce.

Pandoro: prova d’assaggio

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Il mondo, nel periodo natalizio, si divide in quelli da pandoro e quelli da panettone (che solitamente odiano i canditi, oppure odiano l’uvetta, e quindi forse farebbero prima a scegliere un altro dolce). Non c’è scampo, è inutile.

Anche sulle tavole più tradizionaliste, quelle dove a Natale il carrello dei dolci espone ogni dolce regionale in una quantità di innumerevoli varianti.

Anche nelle sale da pranzo delle nonne più brave in cucina, che hanno iniziato a impastare dolci a novembre, per essere pronte per il pranzo di Natale.

Anche sui vassoi d’argento delle famiglie di gourmet, dove ogni dolce è griffato dalla pasticceria più rinomata della città.

Anche in tutte queste tavole natalizie, quando si stappa lo spumante, arriva la piramide di cartone con sacchetto da scuotere per far scendere lo zucchero a velo a mo’ di neve.

È tradizione, che lo si voglia o no.

Come è tradizione che poi, dopo averne tagliato un paio di fette, quel pandoro rimanga lì, nel migliore dei casi per un numero infinito di colazioni a caffellatte (personalmente adoro la capacità di inzuppo a spugna del pandoro). Nel peggiore, a essere impastato di nuovo dalle sapienti mani della nonna per la colomba pasquale, come leggenda metropolitana vuole.

Insomma, neanche noi ci sottraiamo alle tradizioni. E, come d’abitudine nei nostri test, mettiamo in classifica il pandoro. E se l’anno scorso, nella nostra prova d’assaggio natalizia, abbiamo guardato soprattutto alla “burrosità” del pandoro, quest’anno siamo alla ricerca della ricetta più equilibrata, quella del pandoro perfetto.

Abbiamo scelto sette tra le marche di pandoro più diffuse nella grande distribuzione.

CONTENDENTI

Maina A
Balocco B
Paluani C
Le Grazie D
Tre Marie E
Melegatti F
Bauli G

CRITERI DI GIUDIZIO

pandori prova dassaggio

Aspetto visivo
Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando il pandoro a temperatura ambiente, senza zucchero a velo.

#7 Balocco (B)

pandoro balocco

— Giudizio: ho ceduto alla tentazione della confezione-regalo di latta, sia perché particolarmente carina, sia perché nella versione base il pandoro Balocco era praticamente introvabile nei supermercati. In ogni caso, è un pandoro che non mi ha convinto granché, perché decisamente meno dolce e gustoso rispetto agli altri contendenti.
— Aspetto visivo: una fetta bella piena e compatta, leggermente meno alta di quelle degli altri contendenti.
— Packaging: la confezione-regalo in latta è molto carina, mentre la confezione normale è praticamente identica a quella della Paluani, e a parte il rosso natalizio non mi trasmette granché.
— Ingredienti: farina di frumento, uova fresche, zucchero, burro, lievito naturale – emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi – latte fresco pastorizzato – sale – burro di cacao – aromi.
— Analisi gustativa: un pandoro che in bocca risulta un po’ secco e poco burroso, oltre a mancare della dolcezza che cerco in un prodotto da fine pasto.
— Prezzo: 7,87 €/ Kg
— In breve: andrebbe coperto con tonnellate di zucchero a velo.

VOTO: 5

#6 Bauli (G)

pandoro bauli

— Giudizio: non mi ha convinto questo pandoro che, esattamente come l’anno scorso, mi sembra un po’ poco gustoso.
— Aspetto visivo: molto lucido e dalla consistenza piena e uniforme.
— Packaging: complimenti per aver osato con il viola.
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo “0”, Uova fresche, Zucchero, Burro, Lievito naturale (glutine), Emulsionanti: Mono- e digliceridi degli acidi grassi, Sale, Latte scremato in polvere, Burro di cacao, Aromi.
— Analisi gustativa: un pandoro che in bocca pare leggermente spugnoso (probabilmente, nel caffellatte sarebbe perfetto), ma che manca della dolcezza necessaria a farmi innamorare.
— Prezzo: 4,90 €/ Kg
— In breve: se non le abbiamo usate tutte sul pandoro Balocco, le tonnellate di zucchero a velo, servono ora.

VOTO: 6

#5 Melegatti (F)

pandoro paluani

— Giudizio: non so se sia cambiata la ricetta, ma l’ho trovato molto migliorato rispetto al giudizio dell’anno scorso.
— Aspetto visivo: bel colore chiaro e lucido
— Packaging: blu e oro sono una combinazione molto natalizia, anche se un po’ classica. Certo, sempre meglio che la personalizzazione con Valerio Scanu.
— Ingredienti: farina di frumento, uova fresche, burro, zucchero, lievito naturale, emulsionante: mono e digliceridi degli acidi grassi di origine vegetale, sciroppo di glucosio – fruttosio, latte scremato in polvere, sale, burro di cacao, aromi.
— Analisi gustativa: un pandoro morbido, che ha un gusto abbastanza equilibrato e non troppo stucchevole. Certo, non particolarmente dolce. Rimane persistente un certo gusto d’uovo non proprio piacevole.
— Prezzo: 4,90 €/ Kg
— In breve: apprezziamo il miglioramento. O siamo noi che siamo diventati più buoni?

VOTO: 6 +

#4 Maina (A)

pandoro maina

— Giudizio: scusa? Io ci sono rimasta male. Ho tagliato la mia fetta di pandoro, e in mezzo ho trovato un buco. Il sapore non era neanche male, ma ho avuto bisogno di un po’ di tempo per riprendermi dalla delusione.
— Aspetto visivo: colore un po’ pallido e fetta vuota nel centro.
— Packaging: non convince l’uso del bianco, per quanto faccia candore natalizio.
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo “0”, Uova fresche, Burro , Zucchero, Latte intero fresco pastorizzato, Lievito naturale (contiene frumento), Fruttosio, Emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, Burro di cacao, Sale, Aromi.
— Analisi gustativa: un pandoro non troppo dolce né troppo burroso, dal gusto abbastanza neutro e tutto sommato equilibrato. Persiste un certo retrogusto vanigliato.
— Prezzo: 5,80 €/ Kg
— In breve: il buco col pandoro intorno

VOTO: 6 ½

#3 Paluani (C)

pandoro paluani

Giudizio: se l’anno scorso aveva vinto la classifica, è perché il metro di giudizio era stato il burro. Quest’anno, sono alla ricerca di un gusto più equilibrato, e francamente l’ho trovato un filo troppo burroso per i miei gusti.
Aspetto visivo: una volta tagliata la fetta, manca un pezzetto di cuore (non è una frase metaforica, intendiamo dire che la fetta non è proprio bella piena). Sigh.
Packaging: questo total red a me inquieta un po’. Promosso il font d’ispirazione vintage.
Ingredienti: farina di frumento, zucchero, burro, uova fresche, latte fresco intero pastorizzato, lievito naturale (frumento), emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, burro di cacao, sale, aromi.
Analisi gustativa: all’assaggio, la crosta risulta un po’ secca, mentre il cuore è particolarmente morbido e gustoso, con un nettissimo sapore di burro che, per quanto mi riguarda, persiste anche un po’ troppo in bocca.
Prezzo: 6,90 €/ Kg
In breve: burrosissimo

VOTO: 7

#2 Le Grazie (D)

pandoro le grazie

— Giudizio: prodotto da Maina per Esselunga, è un pandoro che mi ha soddisfatto senza che dovessi bere litri d’acqua per liberarmi dal gusto dolce in bocca.
— Aspetto visivo: un pandoro austero, bello alto compatto. Fondo leggermente troppo cotto.
— Packaging: (troppo) minimal. Per non parlare della scelta del rosa pallido.
— Ingredienti: farina di frumento, uova fresche italiane da galline allevate a terra, zucchero, burro, latte intero fresco italiano pastorizzato, lievito madre, fruttosio, emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, burro di cacao, sale, lievito di birra, aromi.
— Analisi gustativa: all’assaggio, un pandoro dal gusto equilibrato, non troppo dolce né troppo burroso, piacevole senza essere invadente.
— Prezzo: 6,40 €/ Kg
— In breve: tanta grazia

VOTO: 7 +

#1 Tre Marie (E)

pandoro tre marie

— Giudizio: L’ha sempre detto mia mamma, che il pandoro delle Tre Marie non ha rivali. E, come tutte le mamme, ha ragione lei.
— Aspetto visivo: è quello da cui tagliamo la fetta più invitante, compatta e piena.
— Packaging: molto elaborato, poco natalizio, di sicuro differente dagli altri contendenti.
— Ingredienti: farina di frumento, burro, uova fresche, zucchero, lievito naturale (frumento), emulsionante: mono e digliceridi degli acidi grassi; latte fresco intero pastorizzato, burro di cacao, sale, aromi.
— Analisi gustativa: un gusto molto piacevole, con il giusto grado di dolcezza e “burrosità”. Quanto alla consistenza, non mi sarebbe dispiaciuto trovarlo un po’ più morbido.
— Prezzo: 10,90 €/ Kg
— In breve: Finalmente (anche nella Grande Distribuzione) è Natale.

VOTO: 7 ½

COSA ABBIAMO IMPARATO

pandoro

Intanto, che gli aromi sono dappertutto. Non importa quanto burro usi, quanto zucchero a velo metti, evidentemente il consumatore ha bisogno di quel qualcosa in più per farsi piacere un prodotto. Sperando almeno che si parli di aromi naturali.

Altra cosa che abbiamo imparato, è che non si sfugge dall’effetto emozionale del Natale.

Parliamoci chiaro: abbiamo assaggiato dei dolci buoni, ma riusciamo a pensarne di più golosi, di più piacevoli, di più dolci. Ma non di più natalizi. E questo ha indubbiamente influenzato i nostri giudizi.

Ultima cosa che abbiamo imparato, ma che in fondo già sapevamo: se davvero dovete aprirli per fare il botto con lo spumante e poi lasciarli lì nei mesi a venire, questi poveri pandori, pensateci bene, dopo aver guardato i prezzi al chilo.

Zuppe pronte: prova d’assaggio

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Ogni volta che assaggiamo cibi pronti (i ragù in barattolo, per dire) una parte dei nostri lettori s’indigna. “Proprio voi, che avete scelto lo slogan Niente di sacro tranne il cibo”. Ma scusate, siete sempre riusciti a opporvi al fast food casalingo, pioggia neve o vento? No, perché i dati dicono altro.

E cioè che gli italiani hanno sempre meno voglia di mettersi ai fornelli.

Facile dire “il ragù bisognerebbe prepararselo da soli”: noi siamo d’accordo, ma gli italiani mica tanto. I pomodori pelati, per dire, trent’anni fa rappresentavano il 50% dei consumi nazionali di prodotti lavorati. Oggi sono appena il 10%. Così come tutti gli ingredienti per cucinare, che mostrano cifre in continuo calo (-5,3% quest’anno), al contrario dei piatti pronti (+ 5,9%).

Quindi, c’è poco da fare: giusto o sbagliato che sia, qualcuno questi prodotti li compra. Anzi, più di qualcuno.

E noi non siamo mica qui a giudicare le vostre abitudini, ma il gusto di quello che mangiate.

Ecco perché, dopo questi dati diffusi dalla Nielsen, abbiamo deciso di adeguarci e assaggiare ciò che più finisce nel carrello degli Italiani.

Per la nostra Prova d’assaggio abbiamo testato sette tra le più diffuse zuppe pronte da frigo in vendita nella grande distribuzione.

CONTENDENTI

Conbio – Vellutata lenticchie e zucca
Bontà Viva – La zuppa di legumi e cereali
Carrefour – Passato di ceci
Dimmidisì – Vellutata di carciofi
Fantasie dell’orto – Vellutata di carciofi con patate
Bonduelle – Zuppa Parigina
I Tesori – Vellutata zucca e carote

CRITERI DI GIUDIZIO

zuppe pronte prova dassaggio

Analisi visiva
Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando le zuppe dopo cottura al microonde.

#7 Bonduelle – Zuppa Parigina (D)

bonduelle zuppa pronta

— Giudizio: mi sembra che gli ingredienti siano poco amalgamati fra loro, e il risultato finale è troppo poco saporito per convincermi.
— Analisi visiva: una zuppa dalla consistenza strana, diversa da tutte le altre. Più brodosa degli altri contendenti, con pezzi di patata che galleggiano.
— Packaging: è l’unico tra i contendenti che rinuncia alla scatola di cartone.
— Ingredienti: acqua, patate, porri, amido di tapioca, cipolla, olio di semi di girasole, brodo vegetale, sale, prezzemolo.
— Analisi gustativa: all’assaggio trovo un gusto molto neutro, con una spiccata prevalenza del sapore dei porri su tutto il resto.
— Prezzo: 4,98 € / kg
— In breve: A Parigi si stanno rivoltando

VOTO: 4

#6 Bontà Viva – La zuppa di legumi e cereali (E)

bonta viva zuppa pronta

— Giudizio: una zuppa dall’aspetto invitante, che però non riesce a soddisfarmi altrettanto dal punto di vista gustativo. Cosa che facilmente mi succede, quando il primo ingrediente è l’acqua.
— Analisi visiva: una consistenza che crea molte aspettative e ricorda le zuppe di legumi tradizionali, poco brodose e molto ricche.
— Packaging: promosso, con font e immagini molto moderne.
— Ingredienti: acqua, legumi, carote, fagiolini, patate, passato di pomodoro, grano saraceno, olio extravergine d’oliva, miglio, cipolla, sedano, sale, basilico, prezzemolo, aglio, salvia.
— Analisi gustativa: è piacevole la presenza dei cereali, che regala in bocca un po’ di consistenza. Tuttavia trovo il gusto generale un po’ spento.
— Prezzo: 8,31 € /kg
— In breve: Sarà anche viva, ma non sono certa che sia proprio in forma

VOTO: 5

#5 Conbio – Vellutata lenticchie e zucca (B)

cobìo, zuppa pronta

— Giudizio: A quelli di Conbio piacciono le spezie, ed è indubbiamente una caratteristica distintiva di molti dei loro prodotti. Che ha volte, grazie a questa scelta, hanno una marcia in più, mentre in altri casi risultano un po’ pasticciati nel gusto. Inoltre, parliamo di un prodotto dal costo importante.
— Analisi visiva: si nota subito l’altissima densità, che la fa sembrare più simile a un purè che a una zuppa.
— Packaging: la confezione fa molto noodles orientali.
— Ingredienti: acqua, lenticchie rosse, zucca, olio di semi di girasole, olio extravergine d’oliva, sale marino, coriandolo, curcuma, funghi porcini disidratati, addensante: gomma di xantano.
— Analisi gustativa: è immediatamente distinguibile il sapore delle lenticchie, anche se si contende un po’ il primato gustativo con le diverse spezie presenti, che risultano un po’ invadenti. Zucca da me non pervenuta all’assaggio.
— Prezzo: 10,97 € /Kg
— In breve: “Salato” è un aggettivo che non sempre si riferisce al gusto

VOTO: 5 ½

#4 Dimmidisì – Vellutata di carciofi (A)

dimmidisi, zuppa pronta

— Giudizio: la zuppa si presenta poco compatta, ma la presenza dei crostini è un chiaro suggerimento di consumo che propone l’aggiunta di un elemento croccante. Un risultato tutto sommato gradevole.
— Analisi visiva: una zuppa dalla consistenza molto liquida.
— Packaging: mi sembra che ci sia un po’ di sovrabbondanza di informazioni sul fronte della confezione. Apprezzabile la presenza, nella confezione, di crostini, cucchiaio e tovagliolo.
— Ingredienti: acqua, patate, carciofi, bevanda di soia, piselli, porri, olio di oliva, sale e olio extravergine di oliva.
— Analisi gustativa: in bocca ha un gusto leggermente troppo dolce, ma si sente il sapore dei carciofi.
— In breve: Ti dico così così
— Prezzo: 8,22 € /kg

VOTO: 6

#3 I Tesori – Vellutata zucca e carote (G)

i tesori, zuppa pronta

— Giudizio: la combinazione zucca + carote forse non incontra proprio il mio gusto personale, ma qua cerchiamo di avvicinarci a un giudizio il più possibile oggettivo, quindi promuoviamo un prodotto in cui finalmente si riconosce chiaramente il gusto degli ingredienti. È prodotta per Pam e Panorama nello stesso stabilimento del contendente Carrefour, ma il risultato è abbastanza diverso.
— Analisi visiva: una zuppa dal colore accesissimo, quasi fluo.
— Packaging: si può fare meglio.
— Ingredienti: ortaggi freschi (zucca, carote, cipolle), acqua, olio extravergine d’oliva, olio di oliva, sale.
— Analisi gustativa: un gusto un po’ troppo dolce, che però è dato dalla scelta degli ingredienti, che sono ben percepibili e non disturbati da altri sapori.
— Prezzo: 3,74 €/kg
— In breve: un tesoro di dolcezza

VOTO: 6 ½

#2 Carrefour – Passato di ceci (F)

carrefour zuppa pronta

— Giudizio: non mi è dispiaciuto, questo passato di ceci. Saporito, gustoso, ricco.
— Analisi visiva: molto denso.
— Packaging: tutto sommato, promuovo anche il packaging.
— Ingredienti: acqua, ceci reidratati, carote, sedano, olio extravergine d’oliva, cipolla, olio di oliva, sale.
— Analisi gustativa: un passato molto corposo, con un sapore finalmente deciso e interessante. Si sentono i ceci, che sono presenti in buona misura anche interi, regalando un po’ di consistenza sotto i denti.
— Prezzo: 4,81 € / kg
— In breve: “sorpresa, è una zuppa pronta!” “oooohhh!”

VOTO: 7

#1 Fantasie dell’orto – Vellutata di carciofi con patate (C)

fantasie dell'orto zuppa pronta

— Giudizio: mi è piaciuta, questa vellutata. Intanto perché sa di verdure, e poi perché mi sembra che le patate siano finalmente usate non solo per riempire lo stomaco e dare corposità al prodotto. Mi piacciono anche gli ingredienti: per questo sembra la soluzione ideale per un pranzo in ufficio, se proprio non si ha tempo per la schiscetta portata da casa.
— Analisi visiva: un prodotto dalla consistenza densa ma non troppo.
— Packaging: bello, fresco e pratico (la confezione comprende: mini grissini senza glutine “Le veneziane”, cucchiaio e tovagliolo)
— Ingredienti: carciofi, patate, acqua, cipolla, porro, olio extravergine d’oliva, sale.
— Analisi gustativa: una zuppa saporita, in cui si sente molto il sapore dei carciofi.
— Prezzo: 7,10 €/kg
— In breve: La fantasia è la chiave di tutto

VOTO: 7 +

COSA ABBIAMO IMPARATO

È inutile che vi diciamo di portarvi il pranzo da casa, se passate lunghe giornate in ufficio. Tanto lo sappiamo, che difficilmente lo farete. La vita di tutti i giorni è frenetica, è stancante, e le soluzioni che cerchiamo sono spesso le più facili e veloci.

C’è chi ha voglia, magari la domenica, di dedicarsi alla cucina e preparare monoporzioni da portare al lavoro per l’intera settimana lavorativa, e c’è chi, semplicemente, dirige il proprio tempo libero altrove.

Se fate parte di questa seconda categoria, potete comunque cercare un prodotto che sia il più possibile sano e naturale dal punto di vista degli ingredienti e, magari, perfino piacevole nel gusto.

Noi un paio di prodotti che abbiamo testato potremmo anche arrivare a congliarvele, nelle giornate lavorative senza sosta.

[Crediti | Link: Dissapore, Repubblica]

Panettone: prova d’assaggio

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C’è chi, per Natale, porta a tavola il panettone artigianale, magari buttando un occhio alla nostra classifica annuale.

Ma ci sono anche gli altri. Magari perché l’hanno ricevuto come regalo aziendale. Magari perché la nonna è affezionata proprio a quella marca di panettone lì, e non c’è modo di farle cambiare idea. Magari perché puntano al risparmio. Oppure perché al supermercato sono stati presi da un’irrefrenabile spesa compulsiva.

Insomma, in tutti questi casi e in tutte queste case, a partire da inizio dicembre in poi, arriva la scatola di cartone contenente il panettone da supermercato. E, se abbiamo messo in classifica le più note marche di pandoro, per par condicio non potevamo non dedicarci anche al panettone.

Ecco quindi la nostra Prova d’assaggio più natalizia, che mette in classifica sei tra le più note marche di panettone presenti nella grande distribuzione.

CONTENDENTI

BALOCCO – il panettone
MAINA – panettone gran tradizione
BAULI – il panettone classico
GALUP – panettone classico
MOTTA – il panettone originale
TRE MARIE – il panettone milanese

CRITERI DI GIUDIZIO

prova d'assaggio panettoni

Analisi visiva
Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando i panettoni a temperatura ambiente.

#6 Motta – il panettone originale (C)

panettone motta

— Giudizio: non ha davvero convinto, questo panettone, che per quanto mi riguarda si discosta piuttosto negativamente dagli altri contendenti.
— Analisi visiva: una bella fetta regolare, di colore un po’ chiaro.
— Packaging: essenziale.
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo “0”, zucchero, uova fresche, scorze d’arancia candite, uvetta sultanina, lievito naturale, burro, emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, sale, latte scremato in polvere, aromi.
— Analisi gustativa: il sapore è quello di un classico panettone, senza grandi lodi. È la consistenza però a lasciarmi perplessa: si compatta troppo in bocca, e in generale lo trovo un po’ spugnoso.
— Prezzo: 6,50 € / kg
— In breve: sto ancora masticando, non posso parlare.

VOTO: 4

# 5 Bauli – il panettone classico (B)

panettone bauli

— Giudizio: un panettone che non mi soddisfa del tutto, nonostante la nota decisa di dolcezza data dalla grande presenza di canditi, che trovo un po’ invadenti.
— Analisi visiva: alla vista, appare un po’ palliduccio.
— Packaging: come per Motta, si punta sulla semplicità e sulla riconoscibilità del marchio.
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo “0”, uova fresche, uvetta sultanina (16%), scorze d’arancia candite (15%)(scorze d’arancia, sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero), zucchero, burro, lievito naturale (glutine), emulsionanti: mono-e digliceridi degli acidi grassi, latte scremato in polvere, sale, aromi.
— Analisi gustativa: in bocca risulta un po’ asciutto e non sufficientemente burroso. Prevale la dolcezza dei canditi.
— Prezzo: 6,90 € / kg
— In breve: è la classe, che vince, non la classicità

VOTO: 5 ½

#4 Maina – panettone gran tradizione (E)

panettone maina

— Giudizio: alla vista mi ha ingolosito parecchio, grazie anche alla bella doratura della parte esterna. Però l’assaggio ha un po’ deluso le aspettative.
— Analisi visiva: un panettone decisamente basso.
— Packaging: ho ceduto alla tentazione della confezione regalo, che in effetti fa molto Natale.
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo “0”, uva sultanina, burro, zucchero, tuorlo d’uova fresche, scorze di agrumi candite, lievito naturale, sciroppo di zucchero invertito, emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, latte intero fresco pastorizzato, sale, aromi naturali.
— Analisi gustativa: all’assaggio risulta abbastanza morbido. Il gusto è però un po’ troppo dolce.
— Prezzo: 7,90 € / kg
— In breve: non bisognerebbe mai farsi aspettative troppo alte.

VOTO: 6

#3 Balocco – il panettone (A)

panettone balocco

— Giudizio: in generale si discosta di poco dal contendente precedente, ma è la consistenza più morbida a fare la differenza.
— Analisi visiva: alla vista tagliamo una bella fetta, che sembra ricca di uvetta e di canditi.
— Packaging: natalizio
— Ingredienti: farina di frumento – uva sultanina 19% – burro – tuorlo d’uova fresche – scorze d’arancia candite 8% (scorze d’arancia – sciroppo di glucosio-fruttosio – zucchero – correttore di acidità: acido citrico) – zucchero – lievito naturale (frumento) – latte fresco pastorizzato 4% – sciroppo di zucchero invertito – emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi – sale – aromi.
— Analisi gustativa: in bocca ha un gusto dolce ma equilibrato, in cui l’uvetta e i canditi risultano presenti senza essere invadenti.
— Prezzo: 5,80 € / kg
— In breve: Natale ricco, mi ci ficco.

VOTO: 6 +

#2 Tre Marie – il panettone milanese (F)

panettone tre marie

— Giudizio: come per il pandoro, anche in questo caso le Tre Marie non deludono e si posizionano nei piani alti della nostra classifica.
— Analisi visiva: un panettone molto basso, dal colorito invitante.
Packaging: trovo sempre molto elegante la scelta grafica de Le Tre Marie, che si differenzia da tutti gli altri contendenti e non punta sui soliti colori natalizi.
— Ingredienti: farina di frumento, uva sultanina 17%, burro, agrumi canditi 9,5% (cubetti di scorzone d’arancia, sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero, scorza d’arancia macinata, cubetti di cedro), zucchero, tuorlo d’uovo fresco, lievito naturale (frumento), sciroppo di fruttosio, sciroppo di zucchero invertito, emulsionante: mono- e digliceridi degli acidi grassi; siero di latte in polvere, sale, aromi naturali.
— Analisi gustativa: un impasto che in bocca risulta molto soffice e dolce. Ricco di uvetta, un po’ meno di canditi.
— Prezzo: 11,90 € / kg
— In breve: Milan l’è sempre Milan

VOTO: 7

#1 Galup – panettone classico

panettone galup

— Giudizio: un panettone che è diverso dagli altri, perché nella sua forma classica Galup decide di coprirlo di glassa mandorlata. Nel giudizio generale abbiamo cercato di non tenerne troppo conto per non penalizzare gli altri, ma nonostante ciò questo panettone ha stravinto.
— Analisi visiva: un panettone basso dal colore decisamente dorato, molto meno pallido di tutti gli altri contendenti.
— Packaging: classico, forse un po’ troppo.
— Ingredienti: farina di grano tenero tipo “0”, uva sultanina, burro, acqua, zucchero, scorze d’arancia candite, tuorlo d’uova fresche di categoria A da galline allevate a terra, lievito naturale, scorze di cedro candite, latte fresco intero, emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, burro di cacao sale, estratto di malto d’orzo, miele, aromi.
— Analisi gustativa: in bocca risulta davvero morbido e soffice, con un gusto decisamente piacevole e non troppo dolce.
— Prezzo: 10,90 € / kg
— In breve: un altro pianeta

VOTO: 8 +

COSA ABBIAMO IMPARATO

panettone

Il panettone ha qualche migliaio di varianti in commercio, nella grande distribuzione. Con canditi, senza canditi, con uvetta, senza uvetta, con glassa, senza glassa.

In questa prova abbiamo cercato di stare sul classico, scegliendo il panettone “base” per ciascuna azienda. Però non tutti i gusti sono alla menta, come dicevano le nonne d’un tempo. Non è detto quindi che il panettone più ricco di canditi&uvetta accontenti tutti.

Noi abbiamo cercato l’equilibrio e, soprattutto, la morbidezza dell’impasto, che ha fatto la differenza nelle nostre valutazioni. E, parlando di grande distribuzione, pensiamo di aver individuato un grande vincitore di questa prova.

Salmone affumicato: prova d’assaggio

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Le tradizioni sono dure a morire, e tra le tradizioni delle feste, inspiegabilmente, c’è quella dell’antipasto con le tartine al salmone affumicato.

Una moda che fa un po’ fine anni Ottanta, quando i beni gastronomici di lusso di qualsiasi provenienza erano considerati il meglio da mettere in tavola, prima del felice ritorno in voga delle tradizioni vere della nostra cucina.

Cambiano i tempi, cambiano le mode, e se il cocktail di gamberetti in salsa rosa ormai lo abbiamo abolito quasi del tutto, la mezza fettina di pancarré tostata con burro e salmone è ancora lì, imperitura, tanto che le vendite di salmone affumicato mediamente triplicano nel mese di dicembre.

Nei supermercati, sotto la voce “salmone affumicato” si trova un po’ di tutto: provenienze geografiche più disparate, prezzi estremamente variabili, metodi di affumicatura diversi.

Per la Prova d’assaggio di oggi abbiamo provato a scegliere un gruppo di contendenti che desse una panoramica delle più popolari zone di provenienza del salmone, mantenendoci su una fascia di prezzo media per questo tipo di prodotto, compresa tra i 30 e i 50 euro al chilo.

CONTENDENTI

Labeyrie – Salmone irlandese
Foodlab – Salmone scozzese
Fjord – Salmone selvaggio dell’Alaska
Rosa del Nord – Salmone norvegese
The Icelander – Salmone norvegese

CRITERI DI GIUDIZIO

salmone affumicato

Analisi visiva
Packaging
Ingredienti
Analisi Gustativa

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando il salmone affumicato in purezza.

#5 Fjord – Salmone selvaggio dell’Alaska (E)

fjord salmone affumicato

— Giudizio: Un prodotto molto diverso dagli altri contendenti, visto che parliamo di salmone rosso o salmone Sockeye. Varietà pregiata, che dovrebbe avere carni compatte, oltre che colorite, mentre in questo caso la fetta che mi trovo davanti tende a sfaldarsi facilmente. Poco affumicato e leggermente dolce, non è il prodotto che immagino di comprare se cerco del salmone affumicato. Da premiare il fatto che sia l’unico fra i contendenti selvaggio e non d’allevamento.
— Analisi visiva: una fetta di colore decisamente più rosso degli altri contendenti, che già visivamente appare non molto compatta.
— Packaging: l’immagine delle montagne dell’Alaska fa molto effetto natura selvaggia.
— Ingredienti: salmone rosso, sale, zucchero, fumo naturale.
— Analisi gustativa: Un sapore un po’ dolciastro e un’affumicatura non nettamente percepibile.
— Prezzo: 42,67 € / kg
— In breve: il rosso non dona a tutti

VOTO: 5

#4 The Icelander – Salmone norvegese (B)

icelander salmone affumicato

— Giudizio: un salmone che ha indubbiamente dei lati positivi: l’affumicatura, innanzitutto, e una fetta che non è troppo grassa. A penalizzarlo è soprattutto una fetta con un bordo evidentemente un po’ secco.
— Analisi visiva: una fetta sottile con un bordo spesso e un po’ ingiallito. Evidenti tracce di muscolo bruno.
— Packaging: non proprio elegante.
— Ingredienti: salmone (salmo salar), sale, fumo naturale.
— Analisi gustativa: un’affumicatura interessante e importante, che non basta però a compensare una consistenza un po’ gommosa che non mi convince e soprattutto un bordo che risulta troppo secco.
— Prezzo: 23,85 € / kg
— In breve: promuoviamo l’affumicatura

VOTO: 5 +

#3 Rosa del Nord – Salmone norvegese (A)

rosa del nord salmone affumicato

— Giudizio: un prodotto decisamente gustoso, non adatto ai palati delicati.
— Analisi visiva: fetta spessa e un po’ unta
— Packaging: bene l’utilizzo della confezione in cartone, così così le scelte grafiche.
— Ingredienti: salmone (salmo salar), sale, fumo di legno d’ontano.
— Analisi gustativa: in bocca lo trovo piacevolmente grasso, senza essere stucchevole, e leggermente troppo salato. L’affumicatura è presente senza un’eccessiva invadenza.
— Prezzo: 27,25 € / kg
— In breve: un buon rapporto qualità-prezzo

VOTO: 5 ½

#2 Foodlab – Salmone scozzese (D)

salmone affumicato foodlab

— Giudizio: un prodotto che mi sembra tutto sommato interessante, anche se presenta qualche criticità.
— Analisi visiva: la fetta è completamente diversa dagli altri contendenti, perché è tagliata per lungo: questo rende leggermente più complessa la sporzionatura ma consente di ammirare più uniformemente l’aspetto del pesce di provenienza.
— Packaging: una sagoma di pesce dall’aspetto un po’ evangelico, ma la confezione è elegante
— Ingredienti: salmone (salmo salar), sale.
— Analisi gustativa: un sapore importante, molto ricco e abbastanza grasso. Affumicatura non invadente.
— Prezzo: 53 € / kg
— In breve: l’outsider della prova.

VOTO: 6

#1 Labeyrie – Salmone irlandese (C)

salmone affumicato liberye

— Giudizio: Nonostante una consistenza che non mi ha convinto del tutto, mi sembra il prodotto migliore al palato.
— Analisi visiva: fetta sottile e un po’ lucida, con una piccola presenza di muscolo bruno.
— Packaging: promosso.
— Ingredienti: salmone (salmo salar), sale.
— Analisi gustativa: è forte il sapore del pesce, che evidenzia probabilmente una lavorazione meno invadente rispetto agli altri contendenti. L’affumicatura è interessante senza essere prevaricante.
— Prezzo: 34,06 € / kg
— In breve: abbiamo un vincitore

VOTO: 6 +

COSA ABBIAMO IMPARATO

pane e salmone

È vero, sono stati giudizi severissimi, quelli dati ai contendenti di questa prova. Ma c’è un motivo se, nonostante il Natale alle porte, non me la sono sentita di essere troppo buona. Il motivo è che nessuno (o quasi) dei prodotti assaggiati mi ha davvero convinto che la scelta migliore per i miei antipasti delle feste siano le tartine al salmone.

Non è una questione di ricette demodé. E nemmeno dell’eccessiva commercializzazione dei cosiddetti pesci-bistecca (salmone, tonno, pesce spada), che inevitabilmente crea criticità sul piano ambientale e sulle garanzie di qualità di quello che mangiamo.

La cosa che mi lascia più dubbiosa è che, come spesso accade, parliamo di prodotti con un prezzo importante al chilo. Beni che potremmo considerare “di lusso”, ma che non sempre sono in grado di regalare un’esperienza a cinque stelle.

Spumanti: prova d’assaggio

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Eccoci, è periodo di feste. E l’Italia, si sa, è Paese di famiglie numerose. Quindi, se una o due bottiglie di Champagne, Metodo Classico o Prosecco si possono stappare per le piccole tavolate (magari dopo aver letto la guida di Dissapore), quando si riunisce l’intera compagine dei parenti, compresa la zia che vi sta antipatica e la cugina che vedete una volta l’anno e beve come una spugna, potete anche optare per qualche etichetta più a buon mercato.

Quelle che stappi giusto perché il botto ci dev’essere. Lo spumantino delle feste, insomma.

Che poi, sotto l’etichetta “spumante”, nei banconi della GDO si trova un po’ di tutto: vitigni, prezzi, qualità diverse.

Per dirvi quale è il migliore, quindi, abbiamo tenuto l’indicatore del prezzo: eccovi nell’ultima Prova d’assaggio del 2016 alcune bottiglie che trovate al supermercato a prezzi contenuti (4 o 5 euro al massimo).

Che bollicine si bevono a quel prezzo? Scopriamolo insieme.

CONTENDENTI

Duchessa Lia – Pinot Brut
Rocca dei Forti – Vino Spumante Brut
J.P. Chenet – Blanc de Blancs Brut
Muller Turgau – Vino Spumante Brut
Martini Riesling
Gancia – Pinot di Pinot Brut

CRITERI DI GIUDIZIO

Analisi visiva
Packaging
Analisi Gustativa

prova d'assaggio spumanti

Il test si è svolto alla cieca, assaggiando gli spumanti freddi.

#6 Muller Turgau – Vino Spumante Brut (C)

muller turgau

— Giudizio: un prodotto molto diverso dagli altri contendenti, perché proviene da un monovitigno con caratteristiche semi-aromatiche. Un vino poco sapido e persistente, molto facile e beverino.
— Analisi visiva: colore giallo-verdolino. Perlage meno fine tra tutti i contendenti e un po’ scarso.
— Packaging: non saprei cosa ci sia di sbagliato (forse un gusto un po’ datato?) ma l’etichetta ha un aspetto un po’ così così.
— Analisi gustativa: al naso si distinguono sentori floreali, mentre in bocca risulta un po’ scarso. Non sembra quasi uno spumante, ma più un vino bianco vivace.
— Prezzo: 5,06 €
— In breve: Poco festaiolo

VOTO: 5 +

#5 Gancia – Pinot di Pinot Brut (E)

gancia

— Giudizio: uno spumante piacevole, ma che mi sembra mostri meno carattere di altri contendenti.
— Analisi visiva: colore giallo-verdolino. Perlage un po’ grossolano e molto fitto.
— Packaging: una delle etichette più eleganti. Promossa la forma della bottiglia più tondeggiante.
— Analisi gustativa: Al naso risulta più minerale di altri contendenti. In bocca regala un gusto molto equilibrato senza grandi complessità.
— Prezzo: 4,17 €
— In breve: Poco deciso

VOTO: 5 ½

#4 Duchessa Lia – Pinot Brut (B)

duchessa lia

— Giudizio: un vino che non ci dispiace in bocca, con un sapore molto secco. Però, se andiamo a vedere, è la bottiglia che abbiamo pagato più cara fra i contendenti.
— Analisi visiva: colore giallo-verdolino. Perlage abbastanza fine.
— Packaging: avrebbe bisogno di un restyling
— Analisi gustativa: al naso è profumato e più complesso di altri contendenti. In bocca è molto fresco e abbastanza sapido. Rimane persistente un certo sentore agrumato.
— Prezzo: 5,68 €
— In breve: Poco conveniente

VOTO: 6 +

#3 Rocca dei Forti – Vino Spumante Brut (A)

rocca dei forti

— Giudizio: uno spumante che regala più di quanto promette, superando le aspettative.
— Analisi visiva: colore giallo-verdolino. Perlage molto fine.
— Packaging: molto classico ma elegante.
— Analisi gustativa: al naso mostra un sentore di fiori bianchi. In bocca ha un sapore equilibrato, fresco, sapido e morbido. Si nota un residuo dolciastro lievemente fruttato.
— Prezzo: 2,54 €
— In breve: Ottimo rapporto qualità-prezzo

VOTO: 6 ½

#2 Martini Riesling (D)

martini

— Giudizio: un vino chiaramente riconoscibile come riesling. Un prodotto che in generale mi convince molto.
— Analisi visiva: colore giallo paglierino. Bel perlage.
— Packaging: Moderno e molto ben riuscito.
— Analisi gustativa: al naso ha un sentore pronunciato che lo rende diverso dagli altri contendenti. Mi sembra il vino più fresco fra tutti i contendenti, con un certo retrogusto fruttato di mela verde piacevole perché aromatico senza essere troppo dolce. Abbastanza lungo.
— Prezzo: 4,81 €
— In breve: Promosso

VOTO: 7-

#1 J.P. Chenet – Blanc de Blancs Brut (F)

jp chenet

— Giudizio: un vino interessante e del tutto convincente, con delle caratteristiche che ricordano lo champagne.
— Analisi visiva: colore giallo intenso. Bel perlage.
— Packaging: bellissima bottiglia, molto elegante.
— Analisi gustativa: al naso ha un sentore molto pungente che è indubbiamente caratteristico. In bocca è piuttosto equilibrato e discretamente persistente.
— Prezzo: 4,80 €
— In breve: Un’insospettabile bella figura

VOTO: 7+

COSA ABBIAMO IMPARATO

Il panorama dei vini è –-fortunatamente-– immenso. C’è di tutto: vitigni, prezzi, qualità incredibilmente diverse, proposte anche a parità di prezzo. In questo, gli spumanti delle feste non fanno eccezione: la scelta è ampia e non sempre facile.

Il principio, così come quando si compra un vino da pasto, o una bottiglia da regalare, è sempre lo stesso: cosa voglio bere? Se non ho limiti di spesa, e mi voglio fare un regalo, so che tipo di scelta fare. Se invece voglio stappare una cosa più semplice, più quotidiana e più economica, posso anche trovare dei prodotti dignitosi che mi permettano di fare una discreta figura e di bere un bicchiere tutto sommato soddisfacente.

È quello che ci è successo con gli spumanti che abbiamo assaggiato: le aspettative non erano altissime, ma in generale ci sono sembrate tutte bottiglie adatte a un brindisi delle feste senza troppe pretese. Cin!

Tisane: Prova d’assaggio

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Tisana, coperta, un qualunque episodio di Atlanta con Donald Glover (o della vostra attuale serie preferita). Se vi riconoscete in questo scenario anti gelo, soprattutto nel primo ingrediente –la tisana– questa Prova d’assaggio è per voi.

Amate le tisane? Sono anche per voi un rendez-vous ormai irrinunciabile, lo scaldino naturale di troppe notti glaciali? Col tempo vi siete ingolositi e ora le pretendete sempre più bio, sempre più erbacee, sempre più esclusive?

Meglio ancora. Sappiate che per compiacere queste vostre smanie da tisanisti chic ho svuotato gli scaffali di Eataly, Natura Sì e Quetzal (commercio equo e solidale), tutti posti fighissimi, attenti alla sostenibilità, ma che le tisane se le fanno pagare. Per la precisione tra i 2.40 euro e i 4.70 euro.

Concentrazione elevata di erbe o spezie, effetto reidratante, scatole curate, insolite combinazioni di sapori. Di questo ci occuperemo nella Prova d’assaggio, scegliendo per ogni marchio la miscela più nota o quella più interessante.

NATURSAN – La via del té

Bacche di bosco

Prova d'assaggio; Natursan

Che chimera. Illusi da un tappeto di mirtilli neri abbiamo scelto un classico infuso dalla selezione La via del tè, azienda fiorentina nota per i tè sfusi in eleganti scatole di latta.

In questo caso la confezione ricorda un catalogo Ikea, ma ci siamo fidati della distribuzione di Eataly e del marchio consolidato. Abbiamo fatto male. La lista degli ingredienti tradisce subito la presenza dei mirtilli, evidenti nella scatola, ridotti a poco più di un cameo nella realtà: un misero 1% accanto a karkadè, rosa canina (35%), mela e, ovviamente, aromi.

Infuso al retrogusto di nulla, diffonde nella stanza profumi di frutti del sottobosco, a questo punto direi imputabili ai sopracitati aromi, per lasciare in bocca il sapore dell’acqua che si è versata nel bollitore.

Prezzo: 3,90 euro (per 25 bustine)

VOTO: 5

prova d'assaggio; natursan

7. GIARDINO BOTANICO DEI BERICI

Infuso di frutti di bosco (BIO)

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Altro caso di ribes, fragole e more immortalate sulla confezione ma quasi assenti nella bustina, se non in forma di aroma naturale di frutti di bosco. Qualcuno spieghi ai produttori che le promesse della confezione vanno mantenute, altrimenti non ne usciamo. E sarebbe corretto anche indicare le quantità.

Ora che ci siamo sfogati, torniamo all’infusione. L’abbiamo comprata in un punto vendita Quetzal, tra i tanti prodotti di Altromercato e affini, ma c’è anche da Natura sì.

Marchio appartenente alla Cooperativa Sociale Il Ponte (Schio, VI) specializzata per lo più in infusi mono ingrediente, tipo 100% finocchio. Questo però è un mix di rosa canina e fiori di karkadè, con polpa di mela e una scorza d’arancia piaciona che rende pungente il sapore.

Ben modulati gli aromi, tra acidulo del karkadè e dolciastro della rosa canina, ma un gusto, nel complesso, troppo piatto.

Prezzo: 4.10 euro (per 20 bustine)

Voto: 5.8

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VALVERBE

Melograno (BIO)

prova d'assaggio tisane; valverbe

Valverbe, cooperativa agricola di Melle Valle Varaita (CN) presente negli Eataly e nei punti vendita Natura sì, l’abbiamo acquistata da Quetzal, facendoci guidare dal naso tra i tanti gusti a disposizione.

La componente di acidità del melograno (al 20%) è rafforzata dal frutto d’arancio e dal karkadè, ci sono poi foglie di fragola e l’immancabile rosa canina.

Tra le più profumate del lotto, si serve dell’aiutino aromatico in questo caso dell’arancio e non lascia in bocca granché. Della stessa azienda vi suggeriamo di provare il té alla menta, decisamente migliore.

Prezzo: 3.95 (per 20 bustine)

Voto: 6.2

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ALTROMERCATO

Tisane dal mondo – Respiro

prova d'assaggio tisane; altromercato

Con un rapporto qualità-prezzo davvero equo e solidale questa tisana evergreen di Altromercato ha i suoi meriti. Primo un bouquet aromatico di tutto rispetto, poi un effetto balsamico che invade le vie respiratorie restando in bocca molto a lungo.

Altri tratti distintivi al di là della confezione che sembra disegnata da un bimbo della prima elementare? Di sicuro il profumo di menta piperita che si sente anche a pacchetto chiuso. All’interno della bustina ci sono timo, tiglio e fiore di sambuco, l’aroma più duraturo una volta finito il tazzone, di un giallo oro metallico piuttosto invitante.

L’olio essenziale di eucalipto in questo caso non è un trucco per aggiungere sapore dove non c’è, ma un aggiunta riuscita, in perfetta armonia con il resto.

Prezzo: 2.40 euro (per 20 bustine)

Voto 7.3

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REALTEA

Detox n.2

prova d'assaggio tisane; realtea

Confezione elegante che nasconde all’interno un poco richiesto consiglio di consumo: non ho intenzione di seguire un ciclo di ventotto giorni consecutivi per la depurazione del corpo. Uff.

Voi però non fatevi distrarre dalla dicitura Detox o dai discutibili precetti che suggerisce: la tisana è davvero buona, del tutto priva di aromi e nonostante ciò profumatissima.

Un piacevole groviglio di anice, finocchio (ingrediente depurativo per antonomasia, che essendo molto aromatico prevale sugli altri sapori) e radice di liquirizia.

Prezzo: 3.60 euro (per 18 bustine)

Voto: 7.7

prova d'assaggio tisane; realtea

CLIPPER

Limone e zenzero (BIO)

prova d'assaggio; tisane clipper

Immancabile nelle patinate vetrinette di chi consuma tisane gastrochic, se non lo sapevate la scatola biodegradabile dai colori fluo è praticamente un’icona. Marchio anglosassone, Clipper lo si trova sempre da Eataly e spesso nelle sale da tè –il suo prodotto principale– ma riserva grandi soddisfazioni anche con gli infusi.

La combinazione un tempo modaiola e ora inflazionata “limone e zenzero” viene interpretata con citronella e aromi naturali (sigh).

Comunque migliore di una versione auto-prodotta con davanti agli occhi un sito di intrugli salutisti, la tisana Clipper contiene quel quid di liquirizia e una tale concentrazione di ingredienti da risultare torbata e avvolgente. Quasi un liquido mistico.

Apprezzabile il sacchetto interno che conserva le sostanze volatili, con buona pace di chi, come noi, è costretto ad annusare scatole per immaginarne il contenuto. Sotto lo sguardo comprensibilmente preoccupato del personale.

Prezzo: 3.98 euro (per 20 bustine)

Voto: 8

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YOGI TEA

Mente fresca

prova d'assaggio; yogi tea; tisane

Occhio, questa è una miscela molto ben calibrata di ingredienti 100 per cento bio. In ordine di quantità, dal più presente al pizzico in aggiunta: scorza di cacao (60%), liquirizia, menta piperita, anice, polvere di cacao, cannella, pepe nero, carruba, cardamomo, zenzero, olio di menta piperita, estratto di vaniglia, malto d’orzo, chiodi di garofano, baccello di vaniglia.

Uno dei rari casi in cui il troppo non storpia. Il colore è caramello opaco; bisogna arrivare fino al fondo per trovare qualche inevitabile residuo di cacao, che provvedo subito a raccogliere col cucchiaino e a mangiare. Sapore denso ed elegante, la combinazione tra cioccolato e menta non ha nulla a che vedere con il gusto “After Eight” per chi se lo ricorda, tamarro come pochi.

Vi risparmiamo la faccenda “filosofia dell’Ayurveda”, che ispira le tisane di questa azienda tedesca.

Prezzo: 3.98 euro

Voto: 9

YOGI TEA; PROVA D'ASSAGGIO TISANE

PUKKA

Tre liquirizie (BIO)

PROVA D'ASSAGGIO TISANE; PUKKA

“Le persone che soffrono di ipertensione dovrebbero evitarne un consumo eccessivo”: mai avvertimento fu più opportuno.

Sono rimasta stregata dalla complessità macchinosa di questa tisana a base di liquirizia, liquirizia e liquirizia. Le provenienze sono in effetti tre Kazakistan (45%), Pakistan (45%) e Egitto (10%).

Priva di aromi, a nessuna persona di buon gusto verrebbe voglia di aggiungere zuccheri. Già il color miele della tisana suggerisce dolcezza.

Non mi è dato conoscere le differenze aromatiche tra liquirizie provenienti da diverse parti del mondo, comunque, il contrasto di sapori lascia intendere che ce ne siano. La tisana dal sapore più gradevole e persistente del lotto. Non aiuta la confezione vetusta, ma vale la pena comprarla perché buona com’è dà un certo tono alle nostre credenze.

Prezzo: 4.75 euro (per 20 bustine)

Voto: 10

prova d'assaggio; tisane; pukka


Biscotti a marchio dei supermercati: prova d’assaggio

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Stiamo cambiando atteggiamento nei confronti dei prodotti di marca. Una volta bastava che fossero Lavazza, Barilla o Mulino Bianco a proporci una cosa. Adesso iniziamo a dire: cosa m’importa della marca se i prodotti private label sono spesso equivalenti, negli ingredienti e nel sapore, se non addirittura nello stabilimento di produzione?

Mi riferisco ai prodotti a marca di supermercati, ipermercati e discount realizzati dagli stessi distributori o da aziende terze per conto loro.

Spesso anonimi, nel nome e nelle confezioni, sono a volte prodotti fotocopia di biscotti famosi come le Gocciole o i Grancereali del Mulino Bianco, ma il punto è un altro, e cioè se vale la pena rinunciare alla marca in nome di prodotti comunque buoni ma che costano meno.

foto copertina; prova d'assaggio biscotti private label

Per rispondere alla domanda, al netto dei pregiudizi, siamo stati in cinque supermercati diversi: Conad, Esselunga, Selex, Coop e Carrefour. In ognuno abbiamo scelto due tipi di biscotti, uno semplice l’altro al cioccolato, quale sarà stato alla fine del test il supermercato migliore?

CONAD

Frollini con uova

prova d'assaggio; biscotti conad

Un plauso al simulacro ben riuscito, lo pseudo Taralluccio del Mulino Bianco all’occhio parecchio credibile. Cambia il disegno stilizzato sul biscotto e anche la musica: sapore d’uovo appena percettibile e quel tocco di glassa che regala un brivido al frollino, altrimenti povero di argomenti.

Perennemente in saldo al Conad; per chi non li mangia ma vuole comunque averli in casa. Si sa mai.

Contengono olio di palma, insieme a farina di frumento, zucchero, uova, sciroppo di glucosio-fruttosio, latte intero, agenti lievitanti, sale, aromi e miele (quello della glassa, per l’appunto).

prova d'assaggio; private label biscotti; conad

Calorie per biscotto (8,4 grammi): 39,5
Grassi: 17 %
Prezzo: 0,90 euro (per 350 grammi)
Voto: 6.7

Frollini con cacao e panna

prova d'assaggio; biscotti conad

Un Abbraccio (con la lettera maiuscola) un po’ moscio, quello del Conad. Siamo lontani dal sapore definito dell’originale Mulino Bianco: cioccolato da un lato, panna dall’altro. Il sapore è scipito, lo zucchero eccessivo, il biscotto tende a sbriciolarsi troppo; il nostro sacchetto appena aperto è già un cumulo di semicerchi, con troppi frollini rotti a metà.

E quanto ai grassi, siamo alle soglie del panettone. Gli ingredienti confermano: farina, burro, olio di palma, cacao, panna, latte scremato in polvere, miele, sale, aromi.

prova d'assaggio; biscotti conad

Calorie per biscotto (13 g): 64
Grassi: 23%
Prezzo: 1,20 euro (per 350 grammi)
Voto: 5

Totale Conad: 11.7

ESSELUNGA

Frollini alla panna

prova d'assaggio; biscotti esselunga

Il più longevo supermercato italiano, rinomato per la buona scelta dei prodotti, non vanta una gamma ampia in fatto di biscotti a marchio. Firma una sola linea, essenziale in tutto, conveniente nel prezzo.

Abbiamo provato le (non) Macine Mulino Bianco, frollini alla panna col buco in mezzo. Panna? Si sente a malapena (presente al 2.5%), persa tra profumi artificiosi e una cascata di dolcezza.

Anche in questo caso, niente famigerato olio di palma. Solo (si fa per dire) farina di frumento, zucchero, olio di semi di mais, uova, panna, amido di frumento, zucchero, olio di semi di mais, uova, panna, amido di frumento, sciroppo di glucosio-fruttosio, burro, agenti lievitanti, sale, emulsionanti.

prova d'assaggio; biscotti esselunga

Calorie per biscotto (12,5 grammi): 60
Grassi: 18,4 %.
Prezzo: 2,07 (per 800 grammi)
Voto: 5.6

Frollini di grano saraceno, zucchero di canna e gocce di cioccolato fondente

prova d'assaggio; biscotti esselunga

Dalla busta appena aperta spunta il profumo di cacao che decora i frollini stile Campagnole Mulino Bianco rassicuranti e grezzi nell’aspetto. Che succede, abbiamo aspettative superiori al dovuto? Nel complesso è buono, le gocce di cioccolato sono ben dosate, ma resta in bocca un residuo oleoso che allappa.

Sono anche un po’ troppo dolci. Sarà che a parte l’11% di zucchero di canna, l’11% di cioccolato fondente, ci sono anche zucchero bianco e melassa. Oltre a farina di frumento, olio di semi di mais, farina di fiocchi d’avena, farina di grano saraceno, burro, latte intero (in polvere e pastorizzato), uova, agenti lievitani, sale e emulsionanti.

prova d'assaggio; biscotti esselunga

Calorie per biscotto (16 grammi): 76
Grassi: 19.8 %
Prezzo: 2,29 euro (per 700 grammi)
Voto: 7

Totale Esselunga: 12.6

SELEX

Natura chiama – Frollini integrali biologici

prova d'assaggio; biscotti selex

Biscotto ambizioso per il basso profilo di un prodotto a marchio. L’aspetto ruvido e sbrigativo palesa una lista ingredienti più salubre, ma a discapito del gusto.

Farina di frumento integrale, olio di girasole, zucchero di canna, cruschello di frumento, sciroppo di glucosio da mais, nocciole in pasta, agenti lievitanti e sale: sull’impasto nulla da dire, ma quello che abbiamo sotto i denti è uno dei biscotti integrali meno gradevoli mai assaggiati. Effetto cartone assicurato, come nel più triste degli stereotipi, e un profumo miserello al ricordo di frutta secca.

Notevole tuttavia il rapporto qualità-prezzo di questa linea a marchio Selex (quella dei supermercati Maxisconto, per intendersi) interamente biologica: Natura Chiama. E noi rispondiamo freddini, è il caso di dire.

prova d'assaggio; biscotti selex

Calorie per biscotto (6.5 grammi): 31
Grassi: 19.7%
Prezzo: 1,49 euro (per 300 grammi)
Voto: 5.2

Frollini cacao e cioccolato extra fondente

prova d'assaggio; biscotti selex

Probabilmente la migliore alternativa alle Gocciole Pavesi, specie nella versione “Extra dark”. Di certo non leggeri ma intensi nel sapore, con un retrogusto tostato che arriva dall’impiego dello zucchero di canna, i frollini Selex che ripetono due volte la parola cioccolato nell’etichetta mantengono le promesse.

Siamo insomma consapevoli di ciò che compriamo, olio di palma compreso. Le gocce di cioccolato sono al 13% (che è tantissimo), accanto a farina di frumento, zucchero, emulsionanti, zucchero di canna, amido di frumento, cacao magro, burro, agenti lievitanti e sale.

prova d'assaggio; biscotti selex

Calorie per biscotto (10 grammi): 52
Grassi: 23,5%
Prezzo: 1.59 (per 350 grammi)
Voto: 9

Totale Selex: 14.2

CARREFOUR

BiscoCereale Croccante

prova d'assaggio; biscotti carrefour

Per chi non li conoscesse, i Grancereali (Mulino Bianco, la marca più imitata dalle private label) danno assuefazione nonostante siano magri solo per finta, grazie all’aspetto in apparenza innocuo delle fibre.

Carrefour fotocopia il celebre biscotto nel tubo in ognuna delle tre versioni (classica, integrale, croccante), e lo piazza nello scaffale tentatore a quasi la metà del prezzo rispetto al Mulino Bianco.

Il riso estruso garantisce l’effetto croccante, insieme a fiocchi di avena, farina di frumento, zucchero, olio di semi di girasole, estratto di malto d’orzo, mela disidratata a cubetti, agenti lievitanti ed emulsionanti. Stessa fragranza, stesso residuo viscoso tra i denti.

Nota positiva: l’8% di proteine non è male come apporto nutrizionale per un biscotto. Eccoci tra le imitazioni che si possono preferire agli originali. A parità di sapore, vince il risparmio.

prova d'assaggio; biscotti carrefour
Calorie per biscotto (12.5 grammi): 56
Grassi: 15%
Prezzo: 1,19 euro
Voto: 7.5

Biscotti con cacao

prova d'assaggio; biscotti carrefour

Confezione famiglia dall’estetica che evoca il sacco della lettiera per gatti, con un vantaggio considerevole: le monoporzioni da tre biscotti. Perché, cari lettori, guardiamoci negli occhi io e voi: nessun adesivo salva la freschezza come fanno le confezioni separate, a meno di non mangiare 200 grammi di biscotti al giorno.

Pasta compatta con un piacevole sapore di cioccolato, aspetto poco invitante, ma nel complesso un frollino riuscito. Ci sono olio di palma, farina, zucchero, sciroppo di glucosio, cacao magro in polvere, agenti lievitanti, sale, estratto di malto e aromi.

prova d'assaggio; biscotti carrefour

Calorie per biscotto (8.3 grammi): 39 calorie
Grassi: 16%
Prezzo: 2,39 (per 750 grammi)
Voto: 7.9

Totale Carrefour: 15.4

COOP

Frollini con granella di zucchero

prova d'assaggio; biscotti coop

Coop vincerebbe facilmente la sfida con gli altri prodotti a marchio grazie alla linea “Fior Fiore”, contrassegnata da buoni ingredienti e un prezzo poco concorrenziale. Ma per coerenza abbiamo sfilato dagli scaffali del supermercato due pacchi della linea base, ignorando anche le linee “Bene sì” (quella healty) e “Solidal”, riservata al commercio equo e solidale.

Questo frollino è un non-Galletto Mulino Bianco, con un uccello in volo invece del gallo appollaiato. C’è meno zucchero grezzo sulla superficie, meglio così, il frollino non è stucchevole, anzi, si fa apprezzare anche per il gradevole sapore tostato che lascia nel palato.

Elenco ingredienti approvato: farina di frumento, zucchero, olio di semi di girasole, amido di frumento, agenti lievitanti, sciroppo di glucosio-fruttosio, latte scremato in polvere, sale, aromi.

prova d'assaggio; biscotti coop

Calorie per biscotto (7.9 grammi): 37
Grassi: 18%
Prezzo: 2.15 euro
Voto: 7.8

Cacao e nocciole

prova d'assaggio; biscotti coop

I cloni del biscotto-capolavoro del Mulino Bianco sono più sottili, bucherellati e addirittura più croccanti. Cacao e nocciola stimolano l’olfatto e, sorpresa, nessuna stellina di zucchero si è sfaldata durante il tragitto supermercato-casa, come succede troppo spesso con i prodotti fotocopia.

Bella anche la confezione, aggraziata nei colori, quasi pop. La lista ingredienti ne sopravanza molte altre, con un 6% di cacao magro in polvere, uova fresche, nocciole (vere, ma solo l’1%) e burro, accanto a farina di grano tenero 00, zucchero, olio di mais, sciroppo di glucosio-fruttosio da frumento, latte scremato in polvere, agenti lievitanti, sale, aromi, albume e amido di riso.

prova d'assaggio; biscotti coop

Calorie per biscotto (8.4 grammi): 40
Grassi: 19%
Prezzo: 1,69 (per 500 grammi)
Voto: 8.5

Totale Coop: 16.3

foto copertina; prova d'assaggio biscotti private label

Salsiccia di Bra: Prova d’assaggio

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A qualcuno piace cruda. La carne, si intende, e in Piemonte in modo particolare. Nella zona sud poi, che raccoglie in poche decine di chilometri vigneti e prodotti tipici di Monferrato, Langhe e Roero (se questi nomi non vi dicono niente andate a Unesco: Patrimonio Immateriale dell’Umanità), la carne cruda è un classico.

Ci sono la fettina sottile, la battuta al coltello o carne all’albese e la salsiccia di Bra, circondata da miti e leggende, e sempre al centro dell’attenzione. Merito soprattutto di Slow Food, che ha sede proprio nella cittadina piemontese, e che ha dato lustro a questa salsiccia che si mangia cruda e che anzi, cuocere è proprio un peccato.

A noi piace così tanto che oggi abbiamo pensato a una Prova d’assaggio particolare: siamo stati in tutte le macellerie di Bra autorizzate a produrre la famosa salsiccia. In ognuna abbiamo acquistato una “spanna” (si misura così, in modo da parametrare il consumo alle dimensioni del proprio corpo), le abbiamo assaggiate e messe in classifica.

Precisazione: le macellerie consorziate sono undici (un tempo erano ventotto), ognuna si tramanda la propria ricetta, partendo da carne bovina di fassona, grasso di suino e spezie. A scelta, si aggiungono vino e formaggio.

Fissore Adriano

Bandito (CN)

fissoreflavio; prova d'assaggio salsiccia di bra fissoreflavio; prova d'assaggio salsiccia di bra

Soffermarsi sulla qualità della carne è pleonastico: solo vitello di razza piemontese, altrimenti detta Fassona, e grasso di maiale italiano di filiera. E la carne buona la si riconosce, anche dal sapore.

Ma salsiccia di Bra significa anche fantasia. Per esempio, la ricetta della macelleria Fissore Adriano, proprio così, prima il cognome poi il nome per esempio, si serve dell’Arneis, vino del territorio che versato nell’impasto ne addolcisce la ruvidezza. Ottimo espediente. Peccato solo il risultato finale sia un po’ scipito: la salsiccia risulta acquosa rispetto alle altre, leggermente gommosa al tatto e poco pepata.

Nota geografica: questa è l’unica macelleria fuori città, situata in una frazione dello stesso Comune e proprio per questo autorizzata a produrre la salsiccia di Bra.

PREZZO: 13.50
VOTO: 6

Beltramo Giovanni

via Audisio 3

beltramo; prova d'assaggio salsiccia di bra beltramo;prova d'assaggio salsiccia di bra

Anche in questo caso l’ingrediente aggiunto alla carne è il vino, oltre a sale, pepe e aromi naturali. Visto che stiamo facendo l’apologia della salsiccia di Bra, chiariamo una cosa: per aromi naturali s’intendono cannella, chiodi di garofano, noce moscata, pimento, macis, cumino e coriandolo. Tutti le macellerie del consorzio impiegano la stessa miscela di spezie.

Nel caso di Beltamo si nota poco equlibrio tra le due carni; la composizione eccede nella percentuale di grasso che domina sul resto.

PREZZO: 14 euro al chilo
VOTO: 6.8

Tibaldi Dino

Via Vittorio Emanuale II, 79

tibaldidio; prova d'assaggio salsiccia di bra tibaldidino: prova d'assaggio salsiccia di bra

Colore super invitante, acceso al punto giusto. Essenziale, cioè realizzata con il minimo indispensabile, nel complesso è molto buona. Peccato soltanto la fattura, un po’ grossolana.

Il budello, che ricordiamolo, è (quasi sempre) di vitello, dunque non solo edibile ma piuttosto goloso anche a crudo, fa trasparire qualche bolla d’aria, che si rende fastidiosa al palato.

PREZZO: 13.50 euro
VOTO: 7

Aprato

via Vittorio Emanuele II, 162

aprato; prova d'assaggio salsiccia di bra aprato; prova d'assaggio salsiccia di bra

Sulle prime ci siamo un po’ preoccupati: il colore scuro che virava verso il grigio ci ha fatto pensare “Ecco, questa è l’ultima cosa che mangiamo”. Abbiamo invece appreso che le sfumature poco invitanti sono spesso sinonimo di assenza di conservanti, almeno nella carne.

L’insaccato firmato Aprato è realizzato nella sua forma più semplice, solo con sale, pepe e aromi, di cui il macellaio è stato poco generoso: sembra di mangiare semplicemente carne cruda, come se  fosse “carne all’albese”. Davvero troppo minimalista, e anche un po’ acquosa.

PREZZO: 14 euro al chilo
VOTO: 7.3

Reviglio Giovanni

via Silvio Pellico 1

reviglio; prova d'assaggio salsiccia di bra reviglio; prova d'assaggio salsiccia di bra

Macelleria leggermente fuori mano rispetto alle altre, che compongono un reticolo virtuoso nel centro storico della cittadina piemontese. Merita per la varietà dell’offerta e perché da Reviglio Giovanni (sempre prima il cognome poi il nome come in un verbale della Polizia) si vende la salsiccia di Bra più rossa che c’è.

Anche questa salsiccia appartiene alla linea “solo carne e aromi naturali”: nel complesso è intensa per sapore e colore. Però, come i prodotti senza mezze misure, la pasta eccede nella quantità di parti grasse.

PREZZO: 13 euro al chilo
VOTO: 7.5

Da Masino

piazza Roma 20

masino; prova d'assaggio salsiccia di bra masino; prova d'assaggio salsiccia di bra

Budello di agnello, formaggio, zucchero, vino e una giusta dose di spezie. Masino sì che forza la mano con gli ingredienti, ma in questo caso a ragion veduta.

Il colore è molto deciso e la pasta particolarmente buona. Un bonus per il rapporto qualità-prezzo, medio basso nonostante l’intensità del sapore e i tanti ingredienti. Peccato per il grasso, che anche in questo caso è eccessivo rispetto alla parte magra.

PREZZO: 13 euro
VOTO: 7.7

Scaglia

via Rambaudi 27

scaglia; prova d'assaggio salsiccia di bra scaglia; prova d'assaggio salsiccia di bra

Tra le più belle d’aspetto, la salsiccia di Scaglia annovera tra gli ingredienti Grana Padano e vino Arneis. Anche per questo risulta ben amalgamata, con una consistenza impeccabile. La speziatura è decisa, perfino troppo, la carne rischia di perdersi.

Tuttavia permane un profumo erbaceo, genuino, che porta questa salsiccia tra le vette della Prova d’assaggio.

Una curiosità: Domenico Scaglia, macellaio del centro storico che ha ereditato il mestiere dal nonno, è anche presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione della Salsiccia di Bra.

PREZZO: 14 euro al chilo
VOTO: 8

Fissore Flavio

via Vittorio Emanuale II, 302

fissoreadriano; prova d'assaggio fissoreadriano; prova d'assaggio

 

Il fatto di essere la più economica non impedisce a questa salsiccia di Bra di dimostrarsi generosa nel sapore. Pochi fronzoli: è un prodotto molto sanguigno e pepato, schietto e piacevolmente grezzo.

Piacerà moltissimo a chi ritiene che il sapore del bovino crudo non abbia bisogno di smancerie, non vada, cioè, ingentilito inserendo nella composizione della salsiccia ulteriori ingredienti.

PREZZO: 12 euro al chilo
VOTO: 8

Milanesio Roberto

via Vittorio Emanuele II, 12

milanesio; prova d'assaggio salsiccia di bra Milanesio; prova d'assaggio salsiccia di bra

Di un’altra categoria. Ovvero: non aspettatevi niente di simile alle salsicce sopracitate. Tra le poche macellerie che realizzano l’insaccato nella sua versione più ricca, vale a dire con vino e formaggio, Milanesio è la macelleria della lista che più abbonda con il condimento. Di conseguenza la polpa risulta molto omogenea.

Spicca al palato l’umami (glutammato monosodico) del Parmigiano, che in questo caso stagiona addirittura ventiquattro mesi.

PREZZO: 14 euro al chilo
VOTO: 9

Macelleria Tibaldi Davide

Corso Garibaldi 18

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A due passi dal municipio cittadino, Tibaldi non deve la meritata fama solo alla posizione fortunata. La sua è la salsiccia perfetta, se vogliamo anche un po’ piaciona. Ben speziata, infatti il sapore della carne cruda non viene coperto, ha la tendenza di voler piacere a tutti.

Chiara di colore, soda, essenziale –cioè senza ingredienti aggiunti oltre a vitello, suino e spezie–, è sempre uguale a sé stessa. Riconoscibile nella semplicità, è una certezza.

PREZZO: 13.50 euro al chilo
VOTO: 9.5

Carena

via Vittorio Emanuele II, 55

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Pastosa, consistente, piena. La macelleria che vince questa Prova d’Assaggio per adepti al culto della salsiccia di Bra, non aggiunge all’impasto né formaggio e neanche vino bianco; è una salsiccia perfetta così, non ha bisogno di aggiunte per trionfare.

Asciutta, perfettamente bilanciata tra morbida consistenza della carne rossa e grasso di maiale, tra speziatura e il pepe che serve come accompagnamento, nulla ruba la scena alla materia prima.

PREZZO: 14 euro
VOTO: 10

Eataly Vs Esselunga: Prova d’assaggio

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Nel giugno 2015 è stato il putiferio. Fatta la spesa da Esselunga e da Eataly, i redattori del settimanale Panorama avevano confrontato 30 prodotti identici per marca e confezione.

Verdetto lampante: 26 per cento di risparmio sui prodotti da scaffale e 28 per cento sugli alimenti freschi, ovviamente a vantaggio di Esselunga.

La risposta di Oscar Farinetti, vale a dire due pagine pubblicitarie comprate sul Corriere della Sera, provava a dimostrare che la differenza tra i 30 prodotti era “la qualità”. Per la precisione: filiere controllate, assenza di OGM e italianità.

Durante il fine settimana siamo stati anche noi da Esselunga e da Eataly per aggiornare la faccenda con un Prova d’assaggio, che ha confrontato alcuni prodotti, freschi e non, presenti in entrambi i negozi.

Con un vezzo in più: controllare se, un anno e mezzo dopo l’articolo di Panorama, comprare da Esselunga gli stessi prodotti da scaffale è ancora conveniente rispetto a Eataly. Seguono tre esempi a caso, diversi da quelli elencati 18 mesi fa da Panorama.

— Cedrata Tassoni:

da Esselunga costa 2.26 euro, lo stesso formato sale a 2.98 euro da Eataly.

cedrata tassoni esselunga

cedrata tassoni eataly

— Pane Carasau dei F.lli Carta:

ormai molto diffuso, da Eataly costa due euro al chilo in più rispetto a Esselunga, al netto del fatto che spesso si trovi in offerta.

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— Cioccolato Altromercato:

1,89 euro da Esselunga e 2,30 euro da Eataly, dove il prezzo è contenuto se paragonato ad altre tavolette di cioccolato ma superiore al “prezzo consigliato”.

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Verificato che le cose stanno come le avevamo lasciate riguardo agli stessi prodotti da scaffale, confrontiamo adesso alcuni prodotti freschi e non presenti nelle due catene, precisando che abbiamo fatto la spesa a Torino, all’Esselunga di Corso Traiano e nel negozio Eataly Lingotto.

1) PANETTERIA – LA BAGUETTE

Partiamo dalle basi: una buona spesa non può prescindere dal pane. E si dà il caso che entrambi i punti vendita possano vantare un laboratorio di panificazione a vista.

ESSELUNGA

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Abbiamo scelto un prodotto comune, la baguette, chiamata “bastoncino francese” da Esselunga: peso esiguo e 50 centesimi di prezzo.

Com’è?

Quelli che parlano bene direbbero che il pane è male alveolato. In altre e più comprensibili parole, la mollica presenta fori in genere piccoli, ma comunque diseguali, e distribuiti in modo poco uniforme. Viene da pensare al lievito di birra e a una lievitazione affrettata. La lista degli ingredienti non ci smentisce: farina “00”, acqua, sale e lievito di birra.

Colore uniforme che tende al lucido, consistenza spugnosa, è un pane migliore rispetto alla media che si trova nei supermercati, ma dodici ore dopo il filoncino tipo baguette è già indurito e poco mangiabile.

Prezzo al chilo: 3.50 euro

Voto: 6

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EATALY

Il pane più venduto da Eataly si chiama Rustico, il migliore, in base a nostre esperienze precedenti, è il pane alle olive (8,50 euro al chilo, per la cronaca).

Tutto il pane viene fatto nel laboratorio con farine Mulino Marino. L’impiego del lievito madre incide sul costo, nel senso che l’impasto appesantito dal lievito madre rende possenti i vari formati. Per capirsi, nonostante il prezzo al chilo della nostra baguette sia di 3.90 euro, un singolo filoncino costa 1.60 euro.

Com’è?

Disponibile solo in versione bio, la simil-baguette è fatta con farina di grano tenero di tipo “O” e buratto di tipo “2”. Poi acqua, lievito madre, sale integrale e lievito di birra.

Elenco impeccabile che si sente eccome: l’aspetto è grezzo, la crosta abbastanza spessa e gli alveoli della mollica suggeriscono lievitazione lenta e cottura accurata. Il profumo lievemente acidulo svela l’impiego di lievito madre. Buono, e ancora buono il giorno dopo.

Prezzo al chilo: 3.90

Voto: 9

2) FOCACCIA LIGURE

Esselunga

prova d'assaggio; pane; esselunga

Restiamo in argomento con la focaccia, altro classico acquisto da supermercato per quanto evoluto.

Esselunga propone una focaccia ligure dall’elenco ingredienti piuttosto lungo: farina di grano tenero tipo “00”, acqua, olio di oliva, strutto, olio extra-vergine di oliva, lievito di birra, sale, fiocchi di patate, estratto di malto.

Com’è?

Discreta, ma poco aromatica già appena scartata. Anche dura e non abbastanza oleosa.

Prezzo al chilo: 7, 30 euro

Voto: 6.5

prova d'assaggio; pane; eataly

EATALY

La versione di Eataly è più simile a quel che ci si aspetta da una focaccia ligure.

Com’è?

Morbida e dallo spessore irregolare, molto unta, intensa nel sapore grazie all’olio extravergine, il solo impiegato nella ricetta insieme a farina di grano tenero tipo “0”, lievito di birra, sale, malto e acqua. In Liguria e non solo se ne trovano di migliori ma non è niente male, nonostante il prezzo abbastanza elevato.

Prezzo al chilo: 9 euro

Voto: 7.5

3) BANCO TAGLIO – FORMAGGI

Se parlassimo di chicche casearie, formaggi iper-stagionati e blu dalle venature fitte, Eataly vincerebbe a mani basse: non esiste supermercato paragonabile per varietà della selezione e sfumature odorose.

Per un gioco ad armi pari la nostra scelta cade sull’immancabile gorgonzola DOP: la sfida è tra il prodotto migliore di ogni contendente.

GORGONZOLA

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ESSELUNGA

Una buona scelta è importante, Esselunga non delude. Il banco formaggi ha un rapporto qualità-prezzo notevole, si può addirittura decidere tra due gorgonzola dolci.

Com’è?

Il più costoso, nonché più bello, è odoroso, molto muffato, lievemente giallognolo e dal sotto-crosta imbrunito.

Prezzo: 14.99

Voto: 9

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EATALY

Il reparto formaggi con la maggiore presenza di presìdi Slow Food prevede un solo gorgonzola. Prendiamo quello che c’è.

Com’è?

Un Gorgonzola DOP di Novara molto tradizionale, scioglievole, freschissimo. Cremoso anche più del Gorgonzola comprato da Esselunga è francamente più dozzinale. Il gorgonzola medio reperibile nei supermercati.

Prezzo al chilo: 13.50 euro

Voto: 6

4) BANCO TAGLIO – PROSCIUTTO CRUDO

Nel reparto salumi i ruoli s’invertono: da Eataly un prodotto diffuso come il prosciutto crudo San Daniele è disponibile in cinque versioni diverse, per produttori e affinamento, mentre da Esselunga ne troviamo uno solo, diciotto mesi di stagionatura, un classico

ESSELUNGA

prova d'assaggio; esselunga; prosciutto crudo prova d'assaggio; esselunga; prosciutto crudo

Si potrebbe anche chiudere un occhio sul taglio mal riuscito che rende le fette troppo spesse e irregolari, ma sul sapore mai.

Com’è?

Le fette sono reticolate di grasso, le tracce della delicatezza tattile tipica del prosciutto friulano sono poco evidenti. Se fosse in offerta, magari, sarebbe più accettabile.

Prezzo al chilo: 32,90 euro

Voto: 5

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EATALY

Altra storia da Eataly. Morbido, ben affettato e con la giusta distribuzione di grasso, questo San Daniele diciotto mesi di Eataly batte nettamente quello di Esselunga.

Com’è?

Come un guanto in pelle, se preso tra le mani, in bocca il grasso si scioglie in pochi secondi. Costa molto però, anzi, costa davvero troppo, per questo prende un voto in meno.

Prezzo al chilo: 37,80 euro

Voto: 7.5

5) ORTOFRUTTA – TOPINAMBUR

Il reparto ortofrutticolo di Esselunga è più fornito rispetto a quello di Eataly, questo tuttavia punta più sulla stagionalità.

Ciò detto, è inverno e il topinambur, la “rapa tedesca” diventata una presenza fissa prima nelle cucine stellate poi in quelle di casa nostra, non può mancare in entrambi i negozi.

ESSELUNGA

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Ce lo vendono in vaschetta da 500 grammi, prendere o lasciare. Già lavato (ma la mamma ci ha spiegato che non dobbiamo fidarci, nel dubbio lo rilaviamo) e piuttosto fresco, lo tagliamo a pezzi grossolani e lo inforniamo con poco olio e un pizzico di sale.

Com’è?

Risultato: asciutto, con la buccia secca e parecchio spessa. Ne abbiamo mangiati di migliori, spesso e ovunque. Maluccio.

Prezzo al chilo:  4.76 euro

Voto: 5.5

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EATALY

Da Eataly la verdura, riposta con cura in cesti di vimini e rinfrescata col vaporizzatore manco fosse pesce spada, non invita il consumatore che guarda al risparmio. Il topinambur, che abbiamo trovato a un prezzo nella media, è una gradita eccezione.

Ci serviamo e tendiamo il sacchetto alla commessa (da Eataly gli ortaggi non si possono pesare in autonomia, temono probabilmente le mani lunghe), che batte lo scontrino. Arrivati a casa, riserviamo alla rapa lo stesso trattamento di quella acquistata da Esselunga.

Com’è?

Risultato migliore: il topinambur resta più carnoso all’interno, più profumato e la buccia sottile lo rende croccante senza infastidire il palato.

Prezzo al chilo: 4.90 euro

Voto: 8

6) CARNE – NODINI DI SUINO

Anche in questo caso, il paragone non è sull’ampiezza dell’offerta, confrontiamo invece lo stesso prodotto. Perché la macelleria di Eataly è una vetrina di carni frollate, interiora messe in vetrina a guisa di gioielli e tagli di Fassona piemotese di cui è difficile ricordare tutti i nomi.

Quella di Esselunga, invece, è un enorme scaffale di pezzi già tagliati e messi dentro il cellophane. Insomma, al netto della qualità, di cui non c’è motivo di dubitare, la scenografia è molto diversa.

Optiamo per il nodino di suino, cioè la braciola di maiale (quindi ricavata dalla lombata) compresa di una parte di filetto. In entrambi i casi la filiera è completamente italiana.

ESSELUNGA

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Com’è?

Leggermente asciutta una volta cotta, viene equilibrata dal sottile strato di grasso e dalla piccola sezione di filetto. Un risultato che rende il prezzo, davvero contenuto, ancora più conveniente.

Prezzo al chilo: 5,5 euro

Voto: 7.5

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EATALY

Com’è?

Apprezzabile che la carne di maiale sia rimasta succosa nonostante la cottura, cosa rara. Ma ci aspettavamo un sapore più deciso e per inciso, anche un taglio migliore, da una bistecca di maiale piuttosto costosa.

Prezzo al chilo: 10.20 euro

Voto: 7

7) BANCO FRIGO – LATTE

L’eterna rincorsa al prezzo più basso pregiudica spesso il sapore. Volevamo sapere se fosse così anche nei punti vendita dei due nostri contendenti di oggi.

ESSELUNGA

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Il livello del primo prezzo di Esselunga è superiore alle aspettative, si tratta di un prodotto a marchio del supermercato che costa poco ma non è il latte grigiastro e scipito a cui siamo fin troppo abituati, purtroppo.

Com’è?

Discreto, anche se la patina lasciata sul bicchiere dal grasso nonché la persistenza del sapore sono modeste. Alla fine resta un retrogusto dolciastro, peccato.

Prezzo al litro: 85 centesimi

Voto: 6

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EATALY

Anche Eataly ha un primo prezzo, ebbene sì. E’ il latte fresco dell’Azienda Agricola Molino Piero, in provincia di Asti.

Com’è?

Ci sembra migliore, consistenza densa e sapore più intenso. Come suggerisce la tabella nutrizionale la percentuale di grasso è superiore rispetto al latte di Esselunga: 3,9 grammi di grassi contro 3,6 grammi del precedente. Per noi, sempre concentrati sul sapore, è un buon segno. Per altri, più attenti alla linea, non è detto che lo sia.

Prezzo al litro: 1,60 euro

Voto: 7.5

8. PESCHERIA – ORATA PESCATA

Il reparto del pesce di Eataly è quello del tonno rosso, del gambero viola e delle ostriche di sei provenienze diverse. Esselunga punta più sul sacchetto di cozze per la spaghettata della domenica o sul prodotto pulito e imbustato, a un prezzo decisamente più umano.

Ma un’orata al sale resta sempre un’orata al sale, decidiamo se vale la pena comprarla nella pescheria scenografica o nel supermercato che ha fatto scuola a tutti gli altri per il rapporto qualità/prezzo.

ESSELUNGA

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Il commesso Esselunga ci propone due trattamenti: la vaschetta con il pesce d’allevamento già pulito e deliscato, o la versione “premium price“, ovvero l’orata pescata nel Mar Mediterraneo occidentale, eviscerata al momento.

Com’è?

Scegliamo la seconda opzione e ci ritroviamo al cospetto di una tra le migliori orate mai assaggiate nella versione più essenziale: cotta al forno con un po’ di sale grosso per una mezz’oretta, a 180 gradi. Volutamente poco condito, il pesce è saporito, la consistenza burrosa con la giusta umidità.

Prezzo al chilo: 24.90 euro

Voto: 9

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EATALY

Premessa: si faccia qualcosa per smaltire la coda al banco del pesce di Eataly Lingotto. Chessò, aggiungete un inserviente, ma non è possibile aspettare un quarto d’ora mentre chi ti precede nella fila si fa pulire le seppie per i prossimi trentacinque risotti.

Ad ogni modo, per dirla come va detta, il pesce da Eataly è bello come il sole e caro come il fuoco. Ma noi non abbiamo chiesto un trancio di pesce spada da 48 euro al chilo, bensì una semplice orata. Anche in questo caso, quella d’allevamento ci farebbe risparmiare: 16.90 euro al chilo contro i 26 del pescato, ovviamente dal Mediterraneo. Scegliamo quest’ultimo.

Com’è?

Nonostante il prezzo più caro rispetto a Esselunga, Eataly non ci dà maggiore soddisfazione. Anzi: la polpa dell’orata rimane piuttosto asciutta, il sapore è fin troppo delicato e, come se non bastasse, lo scarto maggiore.

Prezzo al chilo: 26 euro

Voto: 6.5

Verdetto finale

Eataly batte Esselunga 5 a 3.

Dalla loro parte, gli”alti cibi” di Farinetti risultano minuziosamente scelti, anche quando sono più semplici che “alti”. L’asso nella manica è il reparto del pane e derivati.

In media i prezzi sono elevati ma lo è anche il livello dei prodotti, tanto da farci dire che il rapporto qualità/prezzo non è comunque disprezzabile.

Ma in questa disciplina specifica, il rapporto qualità/prezzo appunto, resta difficile per chiunque fare meglio di Esselunga.

Tortellini confezionati: Prova d’assaggio

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Variano (troppo) le percentuali degli ingredienti tradizionali, alcuni vengono spesso rimpiazzati, come il Parmigiano Reggiano.

Altri, vedi il pangrattato, tradizionali non lo sono affatto, anzi, vengono impiegati come riempitivi a basso prezzo.

Ciononostante il tortellino resta il divo delle paste ripiene, anche e soprattutto nei supermercati.

Per la Prova d’assaggio di oggi abbiamo fatto razzia di tortellini con ripieno al prosciutto, cuore dello scrigno di pasta bolognese, assestandoci su una fascia di prezzo compresa tra i 5,60 euro e i 10,60 euro al chilo.

Ecco com’è andato il test.

prova d'assaggio tortellini

7. PAGANI

Tortellini con prosciutto crudo

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Conoscete il ritornello: “l’abito non fa il monaco”, o se preferite: “non si giudica un libro dalla copertina”. Ecco una delle eccezioni alla regola.

Perché si dà il caso che la pasta secca Pagani, marchio magari non esageratamente conosciuto ma presente in molti supermercati, si sia rivelata una delusione. Almeno nel formato tortellino, che dopo i 14 minuti di cottura consigliati si sfalda troppo facilmente, mantenendo nondimeno residui d’impasto ancora duri e scoprendo un ripieno granuloso e molliccio.

Se dovessimo ricondurlo a un ricordo diremmo grasso di cotechino.

Del resto gli ingredienti non mentono (mai!). Nel ripieno ci sono prima di tutto mortadella (per il 45,4%). Poi pangrattato, margarina vegetale, un’esigua percentuale di prosciutto crudo (3.1%), sale, aromi, formaggio fuso in polvere e spezie. In compenso, nella pasta c’è il 19.4% di uovo, che non è poco.

Prezzo: 2.79 (per 500 grammi)
Voto: 5

6. AGNESI

Tortellini al prosciutto crudo

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Recitava la ben nota pubblicità: “Silenzio, parla Agnesi”. E noi, memori dello spot, Agnesi l’abbiamo ascoltata, ma non ci ha detto niente di che.

Non ci siamo fatti condizionare dal sacchetto 100% riciclabile, graziosamente vintage, né dalla dicitura intrigante “sfoglia ruvida”: l’involucro di pasta (col 18% di uovo, pochino) è piuttosto insapore e risulta gommoso, mentre il ripieno pare un concentrato di glutammato.

In effetti non è granché nemmeno negli ingredienti: 41% di carne di maiale, pane gratuggiato, olio di palma, sale da cucina, prosciutto crudo al 2.5% , Grana Padano.

Nel complesso: un brodo di dado molto concentrato, di quelli rimasti sul fondo della pentola che poi “fanno un po’ di colla”.

Prezzo: 1,92 (per 250 grammi al Bigstore)
Voto: 5.5

5. BUITONI

Ripieni tradizionali – Cappelletti prosciutto

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Delude la prima pasta fresca di questa Prova d’assaggio, la celebre Buitoni. I motivi sono due: la lista ingredienti che fa concorrenza ai più mesti giorni di Quaresima e un rapporto qualità/prezzo che lascia a desiderare: intorno ai 10 euro al chilo c’è molto di meglio, come vedrete in seguito.

La pasta ha solo il 18% di uova, poco rispetto agli altri tortellini da banco frigo. In bocca si amalgama bene col ripieno, ma gli aromi si sentono troppo, quasi volessero coprire il gusto che non c’è. Grana Padano a parte; quello si sente ma non basta.

Giudicate voi l’elenco relativo al ripieno: mortadella, siero di latte, pangrattato, olio di girasole, prosciutto crudo ( 7,5%), siero di latte in polvere, aromi, fibra alimentare, grana padano (2.5%), noce moscata, aglio, sale.

Prezzo: 2,34 (per 230 grammi).
Voto: 6.8

4. MAFFEI

Tortellini

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Sempre rimanendo in tema di catena del freddo, la Maffei batte i vicini di scaffale in fatto di prezzo. Come se non basasse, la confezione divisa in due vaschette separate previene lo spreco.

Ci è piaciuta, per giunta, la ricetta metà pasta (con uova al 17%, purtroppo) e metà ripieno, a sua volta composto da prosciutto crudo (25%), pangrattato, mortadella, fiocchi di patate, olio di semi di girasole, farina di grano tenero, acqua, grana padano, vino rosso, sale, fibra di patata, piante aromatiche, spezie, aromi.

Il tortellino non è bellissimo, ecco su cosa hanno risparmiato. Il sapore è molto rustico, complice il vino rosso, anche se la carne, nello specifico, risulta asciuttina e un po’ panosa.

Prezzo: 1.49 per 230 grammi
Voto: 7

3. BARILLA

Tortellini con prosciutto crudo

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“Sfoglia a regola d’arte”: dice Barilla. E tutti i torti non ce li ha: la pasta (in questo caso secca) della linea Emiliane, realizzata con uova fresche di categoria A (al 19.3%), una volta cotta risulta soda e per nulla gommosa.

Nel ripieno: carni suine stufate, sale, zucchero, pepe, macis, coriandolo, noce moscata, pane grattugiato, olio di semi di girasole, fiocchi di patate, aromi,  e Grana Padano. Oltre, ovviamente, al prosciutto crudo presente in buona percentuale (6.9%), e si sente: sembra quasi più stagionato rispetto a quello impiegato dai concorrenti.

Anche la noce moscata sgomita tra gli altri sapori, ma senza coprire il resto. Insomma, questi tortellini ci sono piaciuti. E il rapporto qualità-prezzo è giusto.

Prezzo: 1.74 (per 250 grammi)
Voto: 7.3

2. RANA

Rustici- Cappelletti crudo

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Siamo nell’aristocrazia della pasta fresca da supermercato che sgomita per conquistare il pranzo domenicale.

Le ragioni sono semplici: una percentuale di uova elevata nell’impasto –il signor Rana ci mette addirittura il 30%– che in effetti è bello giallo, e di prosciutto crudo (16%) che non ci costringe alla concentrazione sovrumana per essere percepito.

Il ripieno, per il resto, è fatto da carne di suino, pangrattato, siero di latte in povere, aromi naturali, sale, noce moscata e pepe. Già a crudo è piacevolmente morbido e profumato, dopo i quattro minuti di cottura suggeriti (pochini, se li cucinate aggiungetene un paio) diventa scioglievole, pur mantenendo la consistenza del prosciutto.

Prezzo: 2,50 euro (per 250 grammi)
Voto: 8.5

1. FINI

Gli autentici – Tortellini prosciutto crudo

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Pasta trafilata al bronzo (la “trafila” è l’utensile che determina la forma, le trafile al bronzo rendono la pasta più gustosa rispetto a quelle di acciaio o teflon).

Ah, non è abbastanza? Allora, la sfoglia, oltre a rimanere ruvida al tatto, è piacevolmente gialla (col 20% di uova) e così sottile che una volta cotta fa trasparire il ripieno, fatto con il 30% di prosciutto crudo. Per il resto è pangrattato, mortadella, acqua, fibra vegetale, formaggio, sale, noce moscata, pepe e aroma naturale.

Il tortellino è di fattura elegante e mantiene la dimensione piccola della tradizione (Fini produce anche la versione “tortellone”, più grande). Se dovessimo guardare solo alla pasta, il tortellino di Rana sarebbe preferibile, ma l’equilibrio di sapori, con le spezie ben calibrate, la lista ingredienti impeccabile e l’aspetto portano la vaschetta Fini al numero 1 di questa Prova d’assaggio.

Prezzo: 2,98 euro (per 250 grammi)
Voto: 9

I migliori cannoli siciliani di Palermo: Prova d’assaggio

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Abbiamo brigato assai per darvi la ricetta autentica, ma non ci è bastato. Allora siamo saliti sul primo volo per Palermo, con l’obiettivo di darvi una Prova d’assaggio mai vista finora: i migliori cannoli –simbolo dei dolci siciliani di Carnevale– che si fanno nelle pasticcerie di Palermo.

I contendenti sono dieci, la scelta delle pasticcerie mescola mostri sacri, nomi consolidati e qualche emergente. Un po’ di precisazioni prima di cominciare. La religione del cannolo palermitano è organizzata intorno a 3 comandamenti: non avrai altra farcia fuorché la ricotta; onora la scorza riempiendo il cannolo sul momento; non rinunciare mai ai canditi, sempre presenti.

Comandamenti rispettati da tutte le pasticcerie della lista, a differenza di quanto avviene in altre città siciliane, dove l’approccio al cannolo è meno dogmatico.

Nel test abbiamo valutato separatamente scorza, ricotta e canditi, l’insieme dei tre giudizi ha composto quello finale.

ANTICO CAFFE SPINNATO

Si dice in Sicilia che “se della gallina ne vale la pelle, del cannolo ne vale la bolla”. E nel cannolo di questa rinomata pasticceria in centro a Palermo, sobria ma comunque tra le più eleganti della città, la bolla attrae subito lo sguardo.

Cannolo Pasticceria Spinnato

Generosa al punto di scoppiare, esalta la leggerezza della scorza in cui è immersa, di un bel color bronzo leggermente troppo marcato.

Va meno bene con la ricotta, che appare lucida e troppo virata verso il colore crema.

Cannolo Pasticceria Spinnato

Nota di merito: non eccede in dolcezza questa ricotta, e anche i canditi, nonostante lo spessore maxi, risultano gradevoli. Come da ricetta non mancano le gocce di cioccolato.

Giudizio: volatile (nel senso che è volato via in pochi secondi).

VOTO: 8

NEW PARADISE

Leggete il nome, a cosa vi fa pensare? A una sala giochi sopravvissuta agli splendori degli anni Ottanta, probabilmente, non certo a una pasticceria.

Invece New Paradise è la casetta di marzapane delle favole, il posto dove la voglia di provare tutto diventa incontrollabile, e dove, di conseguenza, non ti aspetteresti di trovare un cannolo in cui l’interno della scorza è foderato da uno strato di cioccolato.

Cannolo New Paradise

Vox populi vox dei. I palermitani definiscono questi cannoli, con un cenno di biasimo, per turisti. E se il cioccolato serve a mantenere croccante la scorza nel tempo, copre il resto e incide pesantemente nel sapore. Che sapore ha, per esempio, la ricotta?

Cannolo New ParadiseCannolo New Paradise

Giudizio: turistico.

VOTO: 6

PASTICCERIA OSCAR

Giochiamo con i nomi. Se esistesse l’oscar del miglior cannolo, nessuno leverebbe alla pasticceria Oscar la nomination per la migliore scorza protagonista, vista la forma squadrata e molto invitante.

Cannolo Pasticceria Costa

Spalanchiamo le bocche: c’è una friabilità che conquista in questa scorza sottile e ben cotta, giusto un filo più di quanto dovuto.

Cannolo Pasticceria Costa

Peccato per i canditi, rotondi e collosi, che fanno bramare una maggiore freschezza. La vita è bella lo stesso.

Giudizio: cinematografico

VOTO: 7,5

PASTICCERIA SAN MICHELE

Senza infamia e senza lode, a voler essere sbrigativi, il cannolo di questa pasticceria che prende il nome dalla vicina Chiesa, un po’ snobbata dai palermitani, sicuramente più di quanto meriti.

Cannolo Pasticceria San Michele

Il primo assaggio rivela una scorza con tracce persistenti di frittura, la ricotta è poco saporita.

Cannolo Pasticceria San MicheleCannolo Pasticceria San Michele

Per contro la frutta candita è fresca, pronunciata nel sapore, tra le migliori di tutti i contendenti.

Giudizio: buoni, ma non si applicano.

VOTO: 6,5

PASTICCERIA CAPPELLO

Stuzzicante l’idea di criticare un luogo sacro della pasticceria palermitana con qualche cavillo dissaporiano sui cannoli. Sarebbe stato stuzzicante se li avessimo trovati questi cavilli.

Cannolo Bar Cappello

Invece il cannolo della pasticceria Cappello, dalla forma appena romboidale convince appieno nonostante l’eccesso di zucchero a velo, che renderà tutto più bello ma rischia di addolcire ulteriormente la ricotta già dolce di suo.

Cannolo Bar Cappello

Giudizio: inappuntabile

VOTO 8

JOSE’

Ecco il cannolo da colpo di fulmine, finalmente. Lo guardi e t’innamori per le sue differenze, imperfetto, ma invitante al punto che addentato il primo passeresti subito al prossimo.

Cannolo Bar Jose

Il cannolo della pasticceria Jose, amata a Palermo per il gelato artigianale, è più grande del solito e senza gocce di cioccolato.

Cannolo Bar Jose

Scorza biscottata e farinosa, chiara e voluminosa, tra tutte è quella che somiglia di più alle scorze preparate in casa. L’assenza quasi totale di bolle ricorda da vicino i cannoli al forno, tradizione unica di Troina, comune in provincia di Enna.

_DSC0079

Bianco-paradisiaca la ricotta cremosa, stemperata dai canditi sottili che abbondano.

Giudizio: autentico

VOTO: 8,5

PASTICCERIA COSTA

Sappiamo che i palermitani se la tirano quando parlano di cannoli (e di cassata). Se poi sono alla pasticceria Costa, luogo gattopardesco come pochi, lo fanno aprendo ulteriormente la o di cannolo, così: cannoooolo.

Lui, il cannolo, si adatta qui alle mollezze di un luogo elegante e snob frequentato dalla Palermo bene, tappa obbligata e barocca per i notabili della città.

Cannolo Pasticcera Costa

Nel lotto dei contendenti questo cannolo ha la forma più tozza, con le estremità –o bocche– molto aperte. La scorza è brunita, leggera e fragrante. Piccole e numerose le bolle.

_DSC0121Cannolo Pasticcera Costa

Interessante la lavorazione della ricotta, lasciata abbastanza grezza, ma dal sapore deciso e persistente. Candito sottile e non stucchevole.

Giudizio: Vic (very important cannolo)

VOTO: 8,5

MAGRI’

Cosa vuoi dire a posti come questo, che mantengono tradizioni familiari, introvabili altrove. La pasticceria Magrì è famosa per aver inventato e mantenuto nel tempo ottimi dolci locali dai nomi minimal: castagna e patata.

Cannolo Pasticceria F.lli Magri

Peccato che la frittura della cialda si senta troppo e finisca per rendere evanescente il gusto della ricotta. Per contro ottimo il candito, delicato e dal sapore pronunciato.

Giudizio: fritto e rifritto

VOTO: 6,5

PASTICCERIA MATRANGA

Cannolo espresso, cioè riempito al momento. Come vistosamente esplicitato da una scritta che compiace molto i palermitani. Non li sentirete mai dire “mi dia due cannoli”, bensì “mi riempia due cannoli”. Di avere cannoli pronti da un’ora non vogliono proprio saperne.

Cannolo Bar Matranga

Ora, tenendoci lontani dalle polemiche, per carità, i catanesi (come la sottoscritta) preferiscono il cannolo già pronto, per morderlo quando l’amalgama tra scorza e ricotta, spinto da pochi minuti di convivenza forzata, si è perfezionato.

Cannolo Bar Matranga_DSC0032

Torniamo a noi: la scorza non abbonda di sapore. Le strisce di frutta candita sono appiccicose e troppo zuccherate. Ricotta piacevolmente cremosa.

Giudizio: piacione.

VOTO: 6

PASTICCERIA ETTORE MATRANGA

Le pasticcerie Matranga sono due, oggi distinte e separate, si tratta comunque di esercizi che appartengono a due fratelli. Il cannolo di Ettore Matranga, attira e convince di più.

Cannolo Bar Ettore MatrangaCannolo Bar Ettore Matranga

Scorza appena farinosa ma dallo spessore inappuntabile. Le arance e le ciliegie candite, rotonde, sono abbastanza evanescenti. Il sapore della ricotta è pieno e soddisfacente, appena troppo dolce, ci sono le gocce di cioccolato.

Giudizio: scultoreo

VOTO: 7,5

Per svolgere la Prova d’assaggio abbiamo provato i cannoli sul momento e poi, dopo averli conservati in frigo, il giorno dopo. La scorza si è mantenuta integra e piacevole, per niente molliccia, e la ricotta ancora fresca.

Il panel di assaggiatori che ci ha aiutato era composto dai primi familiari disponibili, zii e parenti assortiti, tutti comunque mangiatori seriali di cannoli, che anche senza pedigree (a meno di non considerare tale il lavoro dei rispettivi dentisti), hanno evidenziato pareri contrastanti e divergenze, anche se alla fine l’intesa è stata trovata.

Prova d'assaggio cannoli Palermo

Complimenti ai vincitori del test: la pasticceria Josè, che realizza cannoli di carattere e personalità unica, dalla forma che ricorda un po’ i famosi cannoli di Dattilo, nel trapanese; piccoli e dalle bocche spalancate i cannoli della celebre pasticceria Costa, fatti apposta per piacere alla gente che piace.

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]

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